“Magic: The Gathering”, ecco come la magia conquistò gli anni 90

Nell’immaginario collettivo, gli Anni 90 sono ricordati come un decennio di grande evoluzione tecnologica. Erano i giorni dei “PC 486”, delle console per videogiochi, dei Dvd… eppure la più grande rivoluzione in campo ludico avvenne lontana dal mondo digitale. Tutto ebbe inizio dalla passione, o sarebbe meglio dire “l’ossessione”, di un uomo per i giochi da tavolo. Il suo nome è Richard Channing Garfield ed è un ragazzino degli Anni 60 proveniente da un’importante dinastia: il trisnonno, James A. Garfield, è stato il 20° presidente degli Stati Uniti e il suo prozio, Samuel Fay, è ricordato come l’inventore della graffetta. Il padre è invece un importante architetto costretto a trasferirsi spesso con tutta la famiglia per questioni di lavoro, e per questo l’infanzia di Richard è piuttosto solitaria; non è facile stabilire amicizie quando si è sempre in movimento. Quando compie 12 anni nel 1975, le cose iniziano a cambiare: c’è una nuova casa in Oregon e finalmente è possibile farsi degli amici, magari per poter giocare assieme a Dungeons & Dragons, il nuovo gioco di cui è appassionato.

La carriera accademica di Richard lo porta prima a laurearsi in Scienza computazionale, poi a lavorare alla società di comunicazione Bell e, infine, a tornare al college per prendere un dottorato in matematica combinatoria. Per quanto possa sembrare strano, formule e numeri si sposano perfettamente alla sua passione per la creazione di board game, e le basi matematiche gli permettono di inventare tanti piccoli giochi con cui sfidare i colleghi e intrattenere successivamente gli studenti che assistono alle sue lezioni. Nei primi Anni 90 crea RoboRally insieme a Mike Davis, un gioco di programmazione del movimento che ha un forte legame con il suo percorso di studi, e decide di tentare la fortuna proponendolo a un nuovo piccolo editore chiamato Wizards of The Coast. Davanti a una pizza, Richard e Mike presentano il loro lavoro ai proprietari dell’azienda Peter Adkison e James Haysuna che, benché impressionati, non si sentono tranquilli a investire in quel progetto. Ci sono troppi pezzi, troppe spese di produzione; loro sono piccoli e hanno paura di puntare così tante risorse su un singolo prodotto. Richard però non molla e chiede a Peter che tipo di gioco stavano cercando, cosa li avrebbe fatti investire tranquillamente: la risposta fu “Qualcosa che possa essere giocato velocemente con pochi pezzi e facile da trasportare”. Richard prese quelle parole come una sfida e si mise a ragionare su cosa poteva soddisfare tutte le variabili. Serviva l’idea giusta, e sicuramente c’era qualcosa nel suo passato che avrebbe potuto fornirgli l’ispirazione. Si ricordò che in gioventù adorava il gioco Cosmic Encouters, un titolo sfortunatamente poco conosciuto in Italia, e che partendo da lì, quando aveva 19 anni, aveva creato un gioco di carte chiamato Five Magics basato sui cinque tipi di magia elementale. Quel concetto lo aveva sempre affascinato, ma non era mai andato oltre semplici prototipi da provare tra amici. Richard capì che quello doveva essere il suo punto di partenza. Il resto fu matematica, creatività e amore per il genere fantasy.

Dopo mesi di test fatti con volontari all’università, nel 1993, alla fiera del settore GenCon, Wizards of The Coast presentò in anteprima il lavoro di Garfield, Magic: The Gathering, e da lì iniziò una mania che contagiò l’intero pianeta. Il gioco trasformava le carte in magie, che i due stregoni usavano per sfidarsi nel tentativo di azzerare i punti vita dell’avversario. Illustrazioni suggestive trascinavano il giocatore in un mondo fantastico fatto di mura d’ossa, ragni giganti e richiestissimi fiori neri, mentre l’avvincente meccanica delle battaglie trasformava ogni sconto in un’esperienza epica. La genialità di questo progetto fu però l’intuizione di fondere l’aspetto ludico con la passione per il collezionismo, incentrando la vendita su bustine, simili a quelle degli album di figurine, il cui le carte contenute erano del tutto casuali. Nacque così il genere del Gioco di Carte Collezionabili e grazie al passaparola la creazione di Richard divenne un fenomeno mondiale, iniziando quella mania per le arti arcane che 4 anni dopo verrà cavalcata anche da Harry Potter.

Nel 1994 arriva in Italia la prima edizione di Magic: the Gathering (tradotto in Magic: L’Adunanza) e da lì inizia a diffondersi a macchia d’olio; non sono solo gli adolescenti a costruirsi il proprio grimorio da battaglia, ovvero la selezione di carte da usare in un combattimento, perché durante i tornei più o meno ufficiali non era raro vedere attempati professionisti presentarsi con il loro “mazzo di magie”. Appassionati di ogni età investono importanti somme di denaro nell’acquisto di centinaia di pacchetti di carte, nella speranza di trovare quelle più rare e potenti in grado di conferirgli un van-taggio durante gli scontri. Per qualcuno diventa un’ossessione, per altri una vera ragione di vita. Nel 2022 il rapper americano Post Malone sborsa $800.000 per acquistare l’ambito Black Lotus in versione autografata e l’anno dopo ne paga oltre due milioni per aggiudicarsi una carta ancora più rara, ovvero l’Unico Anello (One Ring) ispirata a Il Signore degli Anelli.

A oltre trent’anni dalla sua creazione, Magic: the Gathering è ancora un fenomeno rilevante sia nella versione “fisica” che in quella digitale, tanto che nel 2022 ha generato quasi 1,1 miliardi di dollari di fatturato per la Hasbro, attuale proprietaria del marchio. Mentre il successo della sua creatura più famosa continua imperterrita, Richard non ha mai smesso di portare avanti la sua passione. Malgrado i soldi guadagnati da Magic gli garantiscano un’agiata pensione anticipata, lui ha continuato a creare giochi. Dopo aver sfruttato la sua fama per portare nei negozi l’inizialmente rifiutato Robo Rally, Garfield è stato capace di dimostrare la sua creatività e abilità nel game design con tanti altri titoli dalle meccaniche uniche, oltre che altri titoli di carte collezionabili. Se non stessimo parlando di “semplici” giochi, una persona in grado di generare così tante idee vincenti verrebbe probabilmente chiamata “genio”, invece Richard Garfield deve accontentarsi dell’infinita gratitudine dei migliaia di appassionati che grazie alla sua creazione hanno potuto provare l’emozione di sentire il potere della magia scorrere nelle loro mani.

di Carlo Chericoni

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