Registi pazzi che mettono in scena i propri incubi: il ritorno di Harmony Korine


In un curioso cortocircuito, il Locarno Film Festival ha annunciato che assegnerà il Pardo d’onore a Harmony Korine, in occasione dell’anniversario di uno dei suoi titoli di culto “Spring Breakers”: il regista statunitense sarà presente a ritirare il premio, ma porterà il suo nuovo film, “Aggro Dr1ft” alla 80esima Mostra del Cinema di Venezia. Il film sarà presentato fuori concorso e il direttore artistico Alberto Barbera durante la conferenza stampa, l’ha definito un’opera d’arte contemporanea che potrebbe figurare in un padiglione di Biennale Arte”. Pare, dicono, si mormora, che il film, realizzato quasi in segreto e interpretato dal cantante Travis Scott, sia un action “girato interamente in infrarossi”, con pesanti rimandi a Predator.

Stranezze a parte, l’occasione è perfetta per recuperare la bellezza perturbante (o lo squallore sublime, quello che va a cercare il fondo) della visione di un autore tra i più interessanti degli anni 2000: Korine a 19 anni scrive la sceneggiatura di “Kids” di Larry Clark, un altro pazzo deviante talentuoso come lui del 1995 ed è subito scalpore, controversie, e titolo di culto. “The teenage movie that America would never make” è una storia di sesso adolescenziale ai tempi dell’Aids, droghe, abusi, violenza, furti, girato con un tono così noncurante da sembrare quasi un documentario.

Il suo esordio al cinema da regista è ancora più sconvolgente: “Gummo”, del 1997, è una distopia nichilista ambientata in una città devastata da un tornado dove si aggirano personaggi malati, senza speranza e senza morale, in uno squallido spaccato sociale violentissimo che mescola brutalità, violenza e disperazione.

Regista, sceneggiatore, attore, produttore, Korine ritorna prepotentemente sulla scena con “Spring Breakers” nel 2012, dove Selena Gomez, Vanessa Hudgens, Selena Gomez, Ashley Benson and Rachel Korine vanno in vacanza in Florida dove incontrano un decadentissimo James Franco e finiscono in un frullatore di rapine e omicidi.

Ci siamo capiti, sono titoli durissimi e indigesti, horror senza la confezione rassicurante del genere, e a raccontarli si fa peccato: Per alcuni saranno inguardabili, per altri saranno il tesoro nascosto che hanno cercato per tutta la vita. Ma sono cineasti come Korine quelli che portano il cinema verso l’infinito e oltre.

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