“Il 28 agosto un nastro blu alle finestre per le donne afghane”. Iniziativa di Acli

26 Agosto 2021 10:38

In segno di sostegno alle donne afghane, le Acli di Piacenza invitano i cittadini ad esporre alle finestre delle case, o indossare un drappo blu, nella giornata di sabato 28 agosto.

“Le Acli di Piacenza condividono e appoggiano l’iniziativa promossa da “The economy of Francesco” Eof Global March” – si legge nella nota – nell’auspicio di poter difendere e promuovere la pienezza di libertà delle donne afghane purtroppo esposte a grandissimo rischio di esclusione e morte ma anche con la consapevolezza di continuare a denunciare il vuoto di libertà, in numerosi paesi del mondo, persino in Italia, per tante donne, che, anche se in forme differenti, produce sofferenza proprio a causa del loro essere donna. In segno di sostegno alle donne afgane partecipiamo all’iniziativa di sabato 28 agosto: appendiamo alle mani e alle finestre delle case un drappo blu come quello che vuole nascondere”.

 

LA NOTA DI ACLI – “Il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan ha riportato al centro del dibattito  internazionale un Paese che in questi anni ha vissuto una guerra lontana dai riflettori. Nel silenzio dei media, da molto tempo le Ong che operano nelle rotte dei profughi dal Medio Oriente, denunciano la presenza di afgani che fuggono dal loro paese: già oggi sono intorno al 30% in Bosnia ed al 45% in Grecia.

L’analisi della cronaca delle ultime settimane fino alle violenti immagini di una città in fuga nel terrore di ritorsioni e della restaurazione dell’oscurantismo è importante: con le armi non si avviano processi di cambiamento sociale e culturale. Ma non è la priorità in questo momento. Prima vengono le vite delle persone a cui deve essere permesso, come loro diritto, di uscire dal Paese e di essere accolti come rifugiati.

Il richiamo all’Europa e, più in generale, alla comunità internazionale di farsi carico dei rifugiati afgani è lo stesso che da troppo tempo facciamo per le situazioni disumane delle persone, che si trovano a Lipa e a Lesbo, che chiedono umanità e accoglienza.

Quello che sta succedendo in Afghanistan deve smuovere le coscienze di tutti, a partire dalle istituzioni europee, e spingerci prima di tutto a garantire dei corridoi umanitari per salvare più vite possibile e per garantire un futuro alle donne e agli uomini di una terra martoriata. Solo dopo verrà il momento di capire quali siano state le responsabilità e soprattutto quali azioni mettere in campo perché nel nuovo Afghanistan si rispettino i diritti umani.

In particolare le Acli di Piacenza chiedono che venga posta attenzione sulla condizione delle donne che rischiano, con l’arrivo dei talebani, di perdere tutte le conquiste degli ultimi anni”.

 

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