Le ucraine Elena e Valeria accolte alla Besurica. “Mio figlio volontario a Leopoli”

10 Marzo 2022 03:16

Elena e la figlia Valeria, insieme a don Franco Capelli e all’interprete volontaria Liliya Tkakh

Hanno trovato una nuova vita nel quartiere Besurica di Piacenza, dopo un’interminabile fuga in auto. Elena Pavliuk e la figlia Valeria, profughe ucraine di 45 e 14 anni, sono accolte in un’abitazione della parrocchia di San Vittore. “Siamo scappate il 24 febbraio, due settimane fa – racconta la madre – all’alba dell’invasione militare delle truppe russe”. Elena, però, ha lasciato là – nel Paese assediato dall’esercito di Putin – un pezzo di cuore: suo figlio Michail, 28 anni. “È fuggito da Kiev – sospira la donna – ora si trova a Leopoli, dove consegna i medicinali alle persone in difficoltà e aiuta alcuni ucraini ad andarsene, accompagnandoli fino al confine”.

È la forza di una mamma, quella che traspare dal racconto di Elena. “Michail è un volontario, soccorre gli ucraini più fragili e perlustra la zona insieme ad altri operatori. Studia all’università, perciò non è sottoposto alla leva militare sul campo, ma si rimbocca le maniche in questo modo. La situazione è complicata, a dir poco. Mio figlio – continua la donna – cerca di darmi poche informazioni dall’Ucraina, per non farmi preoccupare troppo. Ho un problema al cuore, non vuole agitarmi… Comunque riusciamo a sentirci, il collegamento a internet funziona”. Invece il padre dei ragazzi, ex marito di Elena, si è dovuto arruolare e sta combattendo contro l’esercito russo.

Oggi al fianco di Elena, quindi, c’è solo la figlia. Entrambe vivono in un appartamento messo a disposizione dalla parrocchia di San Vittore, in collaborazione con la Caritas diocesana. “Valeria ama suonare la pianola – dice la madre – ma purtroppo l’ha dovuta lasciare a Rivne, la nostra città”. Per fortuna, l’ondata di solidarietà del quartiere Besurica ha permesso alla piccola di ritrovare anche la sua passione: tra vestiti e cibo, infatti, qualcuno ha donato proprio una pianola al nucleo ucraino.

IL SERVIZIO DI THOMAS TRENCHI:

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