Casa di accoglienza don Camminati, Alfa: “Ceniamo insieme come una famiglia”

19 Gennaio 2023 13:37

Alfa Bangoura, Alessandro Ghinelli e don Giuseppe Lusignani

“Il momento più bello è quando ceniamo insieme come una famiglia”. Il senso profondo della Casa di accoglienza don Camminati è nell’immagine descritta da Alfa Bangoura, 25enne originario della Guinea, che da dieci mesi è ospite della struttura per lavoratori precari intitolata a don Paolo, il parroco di Nostra Signora di Lourdes morto il primo giorno di primavera del 2020 a causa del Covid. Gli occhi luccicano al pensiero di un suo commento vedendo concretizzato un desiderio, espresso quando il virus ancora non esisteva.

Incontriamo Alfa Bangoura in cucina mentre si sta preparando la merenda, l’atmosfera è davvero quella di casa. Il giovane è uno dei cinque ospiti della struttura, lavora come magazziniere ma come per i suoi coinquilini, il contratto è determinato, l’ultimo rinnovo è solo di un mese e mezzo. Una condizione che rende impossibile poter trovare un alloggio.  “Ero a Genova quando un amico mi ha trovato un lavoro a Piacenza. Faccio i turni di notte, a volte vado in bicicletta altre mi danno un passaggio. Qui mi trovo bene e in futuro mi piacerebbe rimanere e avere la mia autonomia” afferma il 25enne esprimendosi in un buon italiano.

Gli ospiti hanno un’età compresa tra 23 e 41 anni, al momento sono tutti stranieri, prevalentemente nordafricani che lavorano nel settore della logistica. A selezionarli è il Centro di ascolto della Caritas diocesana. A rendere concreta l’accoglienza è la presenza costante dei volontari. Una trentina le persone che a turno impegnano il loro tempo libero: chi cucina, chi fa le pulizie chi accompagna i lavoratori per le pratiche burocratiche e ora si apre anche il canale della formazione. Si cena insieme, talvolta cucinano i volontari, altre gli ospiti. 

A coordinare l’attività è Alessandro Ghinelli: “Questa esperienza conferma che i poveri ci evangelizzano e ci fa riflettere su tante ingiustizie della nostra società e sui paradossi della vita quotidiana. Queste persone non cercano solo un posto letto ma anche un accompagnamento, non hanno qui la famiglia, hanno voglia di parlare e sono molto riconoscenti”.

Il parroco di Nostra Signora di Lourdes don Giuseppe Lusignani aggiunge: “Alla parrocchia questa Casa sta dando tanto anche se è una presenza discreta. E’ un incontro tra culture e religioni diverse, questo ha arricchito la nostra realtà così come la vita dei volontari”.

Per chi ha lasciato la terra d’origine e la famiglia in cerca di un futuro diverso e si è trovato davanti porte chiuse e ingiustizie, la casa d’accoglienza è una speranza tangibile. Era quello che voleva il Camo? Dal sorriso di Alfa Bangoura sembra di sì. 

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