Prove di maggioranza sull’ambiente, centrodestra incalza: “Contorsionismo”

19 Febbraio 2024 17:26

Consumo di suolo, argomento “indigesto” per la maggioranza di Katia Tarasconi? Una mozione targata Pd proprio sul tema ambientale, in programma oggi in consiglio comunale al secondo punto all’ordine del giorno, è stata fatta “slittare” dall’aula di palazzo Mercanti: all’inizio della seduta, infatti, il capogruppo dem Andrea Fossati ha chiesto di anticipare l’altra discussione sulla risoluzione riguardante il conflitto tra Hamas e Israele. Contrario l’esponente di minoranza Stefano Cugini (App): “Se ne parla da tanto, c’era un’aspettativa clamorosa e molti cittadini erano qui per assistere al dibattito, quindi occorrerebbe parlare subito del consumo di suolo”.

Il timore della coalizione di centrosinistra, che si trova sempre in un complesso equilibrio tra sviluppo economico e ambiente, è stato forse quello di non trovare la quadra per affrontare serenamente il tema, decidendo dunque di provare a prendere tempo: è ciò che ha sostenuto Sara Soresi, capogruppo di FdI, secondo cui “la maggioranza ha cercato di posticipare il dibattito sul consumo di suolo perché non era pronta”. E Gloria Zanardi (FdI) ha parlato di “uno sgarbo istituzionale”, mentre Patrizia Barbieri (civica di centrodestra) ha attaccato la presidente dell’aula Paola Gazzolo per l’inversione dell’ordine giorno ritenuta non conforme al regolamento: “Non si può andare avanti con una gestione approssimativa del consiglio comunale, c’è stata una palese violazione”.

Alla fine la mozione del Pd sul consumo di suolo è giunta al dibattito in consiglio comunale. Il primo firmatario Sergio Ferri ha presentato il testo che esorta la giunta Tarasconi a “esprimere all’interno nel Piano urbanistico generale del Comune di Piacenza la volontà di garantire il rispetto dei principi di contenimento del consumo di suolo, promozione della rigenerazione urbana, tutela e valorizzazione del territorio nelle sue caratteristiche ambientali e paesaggistiche”. In particolare, ha detto Ferri, “quello di contenere il consumo di suolo complessivo entro il limite massimo del 3 per cento della superficie del territorio urbanizzato, come stabilito dalla legge urbanistica regionale del 2017”. La mozione è stata approvata dall’emiciclo.

Il confronto – Parere favorevole alla mozione da parte dell’assessora all’urbanistica Adriana Fantini: “Dall’entrata in vigore della legge regionale sul consumo di suolo ad oggi, Piacenza è stata la provincia più virtuosa“. Ma un emendamento targato ApP, volto a scoraggiare anche la perequazione (cioè la possibilità di acquisire i diritti edificatori da altri comuni limitrofi), è stato respinto. Perciò Luigi Rabuffi è insorto: “L’amministrazione Tarasconi mostra un ambientalismo pari a zero” E Massimo Trespidi (civica Barbieri-Liberi) ha osservato: “La maggioranza sta mostrando un notevole contorsionismo politico, tentando di evitare il dibattito sul tema ambientale – ha osservato – al netto del fatto che la mozione è una totale replica della legge regionale. La giunta Tarasconi vuole le mani libere sulla città, questo è il centrosinistra di mattone e calcestruzzo”. La sindaca Katia Tarasconi ha ribattuto che “la nostra giunta non guarda al cemento, ma cerca di tenere in equilibrio l’ambiente con la parte economica e sociale. Non a caso, ad esempio, l’area di costruzione del nuovo ospedale è stata spostata all’interno della tangenziale”.

Le visioni sulla politica internazionale – Conflitto tra Hamas e Israele, tutto come da copione. Quantomeno in consiglio comunale. La risoluzione per esprimere – tra i vari punti – “la più completa solidarietà alle popolazioni inermi colpite dalla guerra e le profonda preoccupazione per una possibile escalation militare” ha incassato il via libera dell’aula di palazzo Mercanti, dopo le trattative politiche condotte trasversalmente nei giorni scorsi. Ad astenersi tra i banchi dell’opposizione – durante l’esame complessivo e finale del provvedimento – sono stati solo i consiglieri di centrodestra, fatta eccezione per Massimo Trespidi della civica Barbieri-Liberi che alzato il disco verde.

Fondamentale è stato l’accoglimento di due emendamenti presentati proprio da Trespidi, che – dando un colpo al cerchio e uno alla botte – hanno permesso di evitare un’opposizione al testo promosso in primis da Boris Infantino di Piacenza Coraggiosa, seguito dai capigruppo Andrea Fossati (Pd) e Stefano Cugini (ApP). Le due modifiche alla risoluzione, infatti, riconoscono che da una parte “il governo di Israele sta compiendo un massacro, una carneficina a Gaza” e dall’altra che “Hamas è un’organizzazione terroristica finanziata e armata da Iran e Qatar, prima nemica degli interessi e della causa del popolo palestinese”.

La risoluzione chiede alla sindaca e alla giunta di impegnarsi per “favorire ogni possibile mobilitazione contro la guerra, per la pace e la garanzia del diritto internazionale in concorso con le altre istituzioni locali e con la società civile, esprimere il più ampio e concreto sostegno alle organizzazioni della società civile che si battono per la pace, la difesa dei diritti umani, fare appello al Parlamento affinché disponga il blocco di qualunque fornitura di armamenti a tutte le parti coinvolte nel conflitto in virtù del fatto che sussiste un rischio chiaro e preponderante che tali forniture possano essere usate per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, fare appello al governo affinché si faccia portavoce di una soluzione diplomatica del conflitto e venga riconosciuto lo Stato di Palestina, come già fatto da molti altri Paesi”.

Il dibattito sul Medio Oriente – Barbara Mazza (civica Barbieri-Liberi) ha richiamato il “diritto alla legittima difesa di Israele”. Di ben altra opinione Luigi Rabuffi (ApP): “L’attacco terroristico di Hamas non può legittimare la reazione apocalittica di Israele. Difendersi e stanare i criminali è giusto, ma questa azione non può portare al sangue di vittime innocenti”. Giuseppe Gregori (civica Per Piacenza) ha rilevato “l’ipocrisia” per l’Italia di dichiararsi contro la guerra, quando “il nostro Paese è tra i primi produttori di armi al mondo”.

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