Facchini ed Ikea: interviene il sindaco di Piacenza, Paolo Dosi

28 Ottobre 2012 18:49

“Sono perfettamente consapevole della necessità di salvaguardare prioritariamente la dignità del lavoro, ma sono altrettanto convinto come in questa vicenda non ci siano gli estremi per mettere in dubbio questo principio”. Il sindaco di Piacenza, Paolo Dosi, si riferisce alla situazione Ikea, definita “preoccupante” in un comunicato stampa ufficiale. Nei giorni scorsi, gruppi di facchini avevano impedito l’ingresso nell’azienda ad altri lavoratori

“In merito alla situazione Ikea, in queste ultime settimane l’ammistrazione comunale (grazie all’opera degli assessori Rabuffi e Timpano) ha cercato di svolgere un ruolo di mediazione, consapevole delle limitate competenze in capo ai Comuni, ma preoccupata dell’evolversi di una vicenda che rischia di compromettere ulteriormente il già fragile equilibrio occupazionale del territorio – prosegue Dosi -. Da un lato abbiamo un’evidente contrazione dei volumi di lavoro, che costringono azienda e cooperative a rivedere e a comprimere le presenze lavorative. Dall’altro abbiamo, come conseguenza, una scelta, che condivido, di conservare la totalità della forza occupata, riducendo parzialmente l’orario di lavoro in quei comparti che lo consentono. Nella speranza, condivisa da tutti, che in tempi medio brevi si possano recuperare i volumi di lavoro perduti. Peraltro credo sia utile ricordare che non risulta, a fronte dei numerosi controlli effettuati, che Ikea abbia mai violato leggi e accordi che regolano le prestazioni lavorative, mostrando quella correttezza imprenditoriale che il prestigio internazionale le impone. Inoltre ritengo che le legittime rivendicazioni sindacali debbano essere supportate da senso di responsabilità e, soprattutto, coerenza: faccio fatica a immaginare un dialogo con un sindacato “dalle mani libere”, che rifiuta la sottoscrizione di accordi nazionali di settore, salvo rivendicarne arbitrariamente alcuni dei contenuti che poi intende imporre a tutti”.

Nello scritto del primo cittadino, si legge anche che “gli uffici del sindaco sono quotidianamente frequentati da un numero sempre maggiore di persone in difficoltà che chiedono di essere supportati nei bisogni primari: casa, cibo e, soprattutto, lavoro”. “È forse superfluo ricordare il senso di frustrazione che provo nel ritrovarmi a non poter dare, nella maggior parte dei casi, una risposta positiva a queste richieste. Ma è anche in virtù di queste considerazioni che richiamo tutti a un senso di responsabilità collettivo, soprattutto i Cobas e le diverse espressioni culturali e politiche a loro vicine. Non vedo altre vie di uscita se non quella negoziale, dove siano condivisi diritti e doveri finalizzati a raggiungere l’unico vero obiettivo: salvaguardare il posto di lavoro”.

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