Caorso: i nove fusti corrosi costano l’imputazione alla direttrice

02 Dicembre 2013 07:05

14 novembre 2004 caorso centrale nucleare ( foto di fabio lunardini per marino )

Per Sabrina Romani, direttrice dell’impianto nucleare di Caorso, il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Bersani, ha ordinato l’imputazione coatta. I nove fusti contenenti materiale radioattivo all’interno di “Arturo” erano corrosi e controlli più accurati avrebbero evitato il rischio di contaminazioni, per personale ma anche per i cittadini. Sarà un nuovo gip, Gianandrea Bussi, a decidere se debba essere o meno processata, dopo la richiesta di archiviazione presentata dal pm Antonio Colonna. L’avvocato della Romani, Paolo Fiori, ha sempre evidenziato la correttezza delle procedure e dei comportamenti tenuti dalla dirigente, sottolineando come non si siano mai registrate contaminazioni nucleari.
Stando però a quanto disposto dal giudice, solo l’intervento degli ispettori dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che scoprirono i fusti nell’ottobre del 2012, avrebbero evitato il peggio.
I dettagli sul quotidiano Libertà in edicola.

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