Cordolo del Corso, prima causa al Comune. Palazzo Mercanti cerca la mediazione

14 Settembre 2016 06:35

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Torna protagonista il cordolo posizionato dal Comune nel tratto finale di Corso Vittorio Emanuele. Decine di piacentini hanno imparato a conoscerlo da vicino a loro spese, per le cadute a raffica che si sono registrate all’inizio dell’estate tra pedoni e, soprattutto, tra ciclisti.

Ora però, mentre le polemiche parevano essersi sopite, c’è chi vuole chiedere i danni al Comune ed è pronto a sobbarcarsi le spese di una causa civile contro l’ente. È il caso di un 60enne piacentino caduto sul cordolo a metà luglio procurandosi fratture composte e scomposte agli arti superiori e inferiori. Un ruzzolone che gli è costato il ricovero in ospedale e due mesi di prognosi.

Qualche settimana fa l’uomo si è presentato nell’ufficio di un avvocato piacentino furibondo: “Il Comune mi paghi i danni”. Palazzo Mercanti, a quanto risulta, starebbe cercando di scongiurare imbastendo una trattativa bonaria tra le parti con l’apertura, da prassi, di un sinistro assicurativo.

Palazzo Mercanti ha spiegato che “riferite al tratto finale di Corso Vittorio Emanuele ad oggi sono pervenute 2 richieste di risarcimento da parte di due studi legali piacentini”  e ribadito “che la segnaletica è stata apposta a norma del Codice della Strada e che, se correttamente rispettata dalla cittadinanza, il cordolo, che delimita la pista ciclabile di Corso Vittorio Emanuele, non costituisce nessun pericolo per i ciclisti”.

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