“Strade strette e non illuminate”. A Ivaccari sale la protesta dei residenti

27 Ottobre 2018 04:44

Si sogna una pista ciclabile che colleghi la frazione con la città. Prima, però, i residenti di Ivaccari devono fare i conti con le situazioni disagevoli di tutti i giorni. Le strade strette e non illuminate, le erbacce ai lati della carreggiata, i lotti privati ricoperti da piccole foreste urbane, le famigerate buche nell’asfalto e le richieste d’ampliamento del cimitero e di un trasporto pubblico più efficiente.

“Ivaccari è una delle frazioni più belle di Piacenza – premette l’abitante Fausto Ughini, mentre zappa il terreno nel giardino di casa -. Tuttavia, l’amministrazione comunale non è riuscita a risolvere diverse problematiche, per esempio il traffico dei camion che utilizzano il paese come scorciatoia verso l’area industriale e la carenza di dissuasori di velocità. Avevamo fiducia nel sindaco Barbieri, che in campagna elettorale si era spesa per le frazioni. Ad oggi, però, non l’abbiamo più rivista”.

Di fronte agli occhi di Fausto, giace l’edificio fatiscente dell’ex scuola elementare, lasciato ormai all’abbandono e all’incuria e che in tanti sperano possa essere riqualificato e destinato alle attività aggregative della popolazione. Ivaccari può vantare luoghi d’interesse culturale: la chiesa trecentesca di San Martino al Nure, Palazzo Scotti (ora adibito a Casa del fanciullo), Palazzo Salvatico e Palazzo Gulieri. La località fu servita, fra il 1897 e il 1938, da una fermata dedicata lungo la tranvia a vapore Piacenza-Lugagnano.

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