“Non dimenticateci, stringiamo noi le mani dei pazienti terrorizzati”

26 Marzo 2020 13:40

“Gioco nella squadra dei dimenticati, insieme ai tecnici di radiologia, le donne delle pulizie, i dipendenti che garantiscono i pasti, i ragazzi che riforniscono le bombole d’ossigeno e i volontari”. Comincia così la testimonianza della 19enne Giulia Bassanini, barelliera dell’ospedale di Piacenza: un pugno allo stomaco che arriva nel pieno dell’emergenza Coronavirus, a ricordarci quanto siano fragili gli equilibri umani e psicologici di chi ogni giorno combatte sul fronte sanitario.

“Non sono un’infermiera, né una dottoressa, né tantomeno un’anestesista – si legge nel post Facebook pubblicato dalla ragazza -. Non faccio parte di quegli eroi che non potremmo mai ringraziare abbastanza. Eppure anch’io mi trovo ogni giorno a stretto contatto con tanti malati. Anch’io indosso per otto ore i dispositivi di sicurezza che mi segnano il viso, che mi fanno sudare e respirare male. Anch’io ho ventilato pazienti, ho stretto le loro mani quando avevano bisogno di qualcuno che desse loro forza e li ho accarezzati quando avevano bisogno di dolcezza, di un sorriso o semplicemente di chiacchierare dieci minuti per sentirsi meno soli. Anch’io mi sono affezionata a pazienti che vedevo quotidianamente e che purtroppo non sono riusciti a vincere la loro battaglia. Anch’io ho pianto sotto la visiera che mi protegge gli occhi quando incrociavo lo sguardo terrorizzato di un’anziana, quando qualcuno mi confidava che aveva paura di morire oppure di non riuscire a vedere mai più i suoi famigliari”.

“A tutti quelli che quotidianamente combattono (nessuno escluso!) senza sottrarsi mai alla chiamata professionale e morale – conclude la barelliera -, ai miei colleghi che hanno saputo insegnarmi l’arte della cura del prossimo, a tutti loro voglio solo dire grazie di cuore”.

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