Delitto Pomarelli, Sebastiani non si presenta in aula. “Non una di meno” ricorda Elisa

08 Marzo 2021 09:57

E alla fine Massimo Sebastiani non si è presentato in tribunale. “È rimasto alle Novate” ha spiegato il suo legale Mauro Pontini. Oggi è il giorno dell’udienza sull’omicidio di Elisa Pomarelli, la giovane piacentina uccisa il 25 agosto 2019 a Campogrande di Carpaneto proprio dall’uomo che credeva suo amico.

Mario Mantero, lo psichiatra incaricato dal tribunale, illustrerà al giudice l’operato del suo lavoro, con Sebastiani che secondo quando riportato dall’esperto è stato ritenuto “capace d’intendere e di volere” e lo sarebbe stato anche quel maledetto 25 agosto, quando nel pollaio del 46enne operaio di Carpaneto avvenne il delitto.

Fuori dal tribunale, come annunciato, il presidio organizzato dall’associazione “Non una di meno” per ricordare Elisa. Evento che proprio oggi, festa della donna, assume un significato ancora più particolare. “Il caso ha voluto – ha spiegato Benedetta Ziliani di “Non una di meno Piacenza” – che proprio oggi, 8 marzo, si celebrasse questa udienza. Oggi non è più una festa ma una giornata di lotta. Sistematicamente, ogni tre giorni veniamo ammazzate. Per Elisa abbiamo istituito un percorso e anche oggi siamo qui per manifestare la nostra vicinanza alla famiglia Pomarelli e a tutte le donne vittime di violenza. Il rito abbreviato che esclude l’ergastolo, per i femminicidi, non deve più essere applicato”.

“Oltre a questo presidio – aggiunge invece Emanuela Perini, anche lei di “Non una di meno Piacenza” – ricordiamo la manifestazione di questo pomeriggio alle 16 all’inizio del Facsal lato liceo scientifico, dove con le associazioni piacentine attraverseremo le istanze dello sciopero globale ‘Non una di meno’. Parleremo di tematiche legate a scuola, donne nella scuola, lavoro, violenza di genere ed ecosistema”.

Le manifestanti, alle quali si è unita anche il consigliere regionale Katia Tarasconi (Pd) hanno srotolato un lungo filo rosa al quale hanno attaccato i 12 nomi delle donne uccise in questi primi mesi del 2021.

“In quante devono ancora morire prima che lo Stato riconosca il femminicidio?” si legge un uno striscione. “Mai più rito abbreviato in caso di femminicidio”.

Assieme a “Non una meno Piacenza” anche “Città delle donne telefono rosa Piacenza”, parte civile nel processo.

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