Disturbi alimentari: in cura 4.600 piacentini. Con la pandemia aumento del 30%

19 Marzo 2022 11:29

Dati che preoccupano e che fanno riflettere: sono oltre 4.600 i piacentini che vengono curati dall’Ausl di Piacenza per disturbi legati all’alimentazione. Otto anni fa erano 2.800, i numeri negli ultimi due anni sono aumentati anche a causa delle restrizioni anti-Covid. Per fare squadra e aiutare chi ne ha bisogno è scesa in campo l’associazione di volontariato locale Puntoeacapo – Disturbi del comportamento alimentare, che da tempo collabora con l’Azienda sanitaria.

Il convegno intitolato “I disturbi del comportamento alimentare tra social e pandemia: quale impatto? – L’assistenza a Piacenza e la rete di sostegno, tra volontariato, scuola e famiglia”, organizzato da Puntoeacapo con l’Ausl e tenuto questa mattina nella Sala delle Colonne dell’ospedale di Piacenza, è servito appunto per sensibilizzare la comunità sul tema.

“Ogni anno organizziamo un evento per ricordare i disturbi del comportamento alimentare – ha spiegato Mara Negrati, medico nutrizionista e presidente di Puntoeacapo – è una problematica che negli anni ha avuto un incremento e nella pandemia una vera esplosione a causa dell’interruzione dei comportamenti sociali, dello sport e della vita, solo la spesa si faceva una volta alla settimana, questo ha comportato un aumento del 30% dei disturbi alimentari”.

I più coinvolti sono i giovani, ecco perché si è pensato “di utilizzare i social, che sono molto apprezzati da loro, per veicolare messaggi positivi ed essere di aiuto nelle cure. In questo modo le psicologhe dell’Azienda hanno organizzato incontri online con i ragazzi, e anche il “pasto assistito” con gli specialisti, solo dal lavoro di squadra si può infatti ottenere un risultato”.

Massimo Rossetti, responsabile del Percorso diagnostico terapeutico assistenziale dell’Ausl di Piacenza, ha purtroppo confermato come “i numeri siano in aumento, noi abbiamo ora in carico complessivamente più di 4.600 persone, e i servizi sono in affanno come accade a tutta la sanità negli ultimi due anni. Le fasce più a rischio ora sono la prima infanzia e l’adolescenza, se alcuni problemi non vengono trattati in tempo con le famiglie poi causano disturbi più gravi.

L’aumento delle patologie che riguardano i disturbi del comportamento alimentare e di altre psicopatologie in età evolutiva è molto significativo e richiede uno sforzo continuo da parte nostra per aggiornarsi e per mettere in rete i servizi. Ci sono infatti anche i minori con gravi problemi di personalità, la depressione, gli episodi psicotici, bisogna incrementare le possibilità di cura e di interazione dei servizi dando vita a possibilità residenziali e semi-residenziali che consentono ai minori di riprendere la propria vita”.

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