“Vota Garibaldi”, dopo 74 anni è stato rimosso il graffito di via Colombo

17 Ottobre 2022 05:03

Per 74 anni quel muro ha chiesto ai piacentini di votare Garibaldi. O meglio ciò che l’eroe dei Due Mondi rappresentava alle elezioni politiche del 1948: il Fronte Democratico Popolare, che univa comunisti, socialisti e altri raggruppamenti minori. Oggi, al posto di quell’invito perentorio, c’è un muro giallo: il nuovo intonaco ha coperto definitivamente scritta e gli occhi severi di Garibaldi, che avevano resistito all’incedere del tempo, ma che nulla hanno potuto contro i pennelli.

Accade in via Colombo su un muro interno alla strada, praticamente sul lato opposto dell’ex Consorzio agrario: non si conosce l’identità dell’attività che nel 1948 decise di stilizzare, con un’estensione di circa tre metri e un’altezza di un metro e mezzo, il volto di Garibaldi e l’invito a votare ciò che lui rappresentava. Ossia il blocco che si contrapponeva alla Democrazia Cristiana.

Per oltre settant’anni il “graffito” è sopravvissuto, forse sconosciuto a tanti piacentini, ma ben presente ad altri come gli associati della sezione piacentina di Italia Nostra che al riguardo si è espressa chiaramente: “Prendiamo spunto dalla vicenda di via Colombo per ribadire, ancora una volta, quanto sia importante, per ogni società, conservare le proprie testimonianze storiche anche quando queste sono rappresentate nel territorio solo da piccoli segni e non da opere di grande valore culturale – si legge in una nota inviata dalla sezione – in via Colombo il piccolo segno da conservare era la scritta “Vota Garibaldi”, due semplici parole dipinte sul muro di una casa ma che hanno un enorme significato per la nostra storia e che, evidenziate anziché cancellate, avrebbero ricordato un evento fondamentale del nostro dopoguerra”.

“È doveroso sottolineare che, diversamente da Piacenza, in altre città italiane – conclude la sezione – questa scritta non solo è stata conservata ma se ne è chiesta la tutela alla Soprintendenza”.

L’articolo di Elisabetta Paraboschi su Libertà in edicola

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