Gli agenti protestano: “Novate non siano discarica per detenuti violenti”

21 Giugno 2023 09:50

I sindacati della polizia penitenziaria hanno scritto una lettera al Provveditore regionale Gloria Manzelli per denunciare la difficile situazione che gli agenti continuano a vivere nel carcere delle Novate di Piacenza.
“Continuiamo ad assistere inermi all’invio presso codesto istituto di detenuti provenienti dalla regione – si legge nella lettera firmata da Sappe, Osapp, Uspp, Cisl-Fnp e Cnpp – e addirittura nella giornata di sabato vi è stato l’arrivo di ben 17 detenuti provenienti da vari Istituti del distretto. Riteniamo inammissibile l’invio in un’unica giornata di tutti questi detenuti, tra l’altro a dir poco ingestibili”.
I nuovi arrivati, infatti, appena giunti in reparto “hanno iniziato a protestare e a rompere i suppellettili e sgabelli delle proprie celle, creando una situazione di estrema criticità che si è protratta sino ad oggi”.
La posizione delle organizzazioni sindacali è durissima: “Il carcere delle Novate non può e non deve diventare una discarica di detenuti violenti ed intemperanti. Nella casa circondariale di Piacenza sono presenti reparti destinati ai detenuti protetti e comuni, a regime aperto (forse con troppa disinvoltura), dove continuamente si verificano aggressioni tra loro  e contro i poliziotti; il reparto di isolamento è sempre completamente affollato visti i continui arrivi di detenuti facinorosi da tutti gli altri istituti della regione”.
I sindacati della polizia penitenziaria chiedono quindi che il Provveditorato regionale “limiti il più possibile il flusso continuo di detenuti di difficile gestione verso l’istituto di Piacenza per rendere meno gravoso il lavoro dei poliziotti. Non si comprende, infine, il perché si riassegnino alla casa circondariale di Piacenza gli stessi detenuti che si sono resi partecipi in passato di gravissimi episodi ed eventi critici, riguardante anche l’ordine e la sicurezza dello stesso Istituto, oltre a minare l’incolumità fisica dei poliziotti penitenziari che vi lavorano”.
I sindacati chiedono quindi l’apertura di un confronto su queste criticità: “La situazione è divenuta inaccettabile ed allarmante”, concludono.

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