Aree fantasma nel quartiere piacentino del Piano Fanfani: “Caos catastale da 60 anni”

08 Settembre 2023 11:15

Circa un chilometro quadrato di aree verdi, piazzali e cortili tuttora in capo a una società soppressa nel 1963: la Gestione INA-Casa. Un quartiere in parte “fantasma”, quantomeno sulla carta, con ampie porzioni di terreno tra via Raineri, via Nasalli Rocca, via Zago, via Damiani e via Grandi intestate da sessant’anni a un’organizzazione statale oggi inesistente. È la spinosa questione che l’assessore al patrimonio Matteo Bongiorni si è trovato tra le mani negli ultimi mesi. Gli uffici comunali sono al lavoro per risolvere questa situazione: la pratica arriva da lontano, del resto per INA-Casa si intende il piano di intervento dello Stato varato tra il 1949 e il 1963, nell’immediato secondo dopoguerra, ideato dal ministro del lavoro Fanfani per realizzare edilizia residenziale pubblica su tutto il territorio italiano, con i fondi gestiti appunto da un settore specifico dell’Istituto nazionale delle assicurazioni.

Dalle prime disposizioni emanate con la legge del 28 febbraio 1949 fino ai giorni nostri, la burocrazia si è incagliata in un’anomalia tutta italiana. Bisogna andare con ordine. Negli anni Cinquanta il quartiere INA-Casa, modello urbanistico di case popolari promosso a livello nazionale a favore dell’allora considerevole numero di disoccupati e famiglie a basso reddito, sorge anche nella nostra città, appunto tra via Raineri, via Nasalli Rocca e via Grandi, per un’area approssimativa di 1,5 chilometri quadrati, compresi gli immobili. Si tratta di edilizia residenziale pubblica, del cosiddetto Piano Fanfani, che assume un ruolo centrale dopo la distruzione del conflitto mondiale. Negli anni Sessanta, poi, la Gestione INA-Casa viene chiusa e sostituita dall’ente della Gestione case per lavoratori (Gescal), utilizzato dalle Regioni. E ancora, nel corso del tempo, subentra l’Istituto autonomo delle case popolari (Iacp). Infine ecco l’attuale gestione di Acer, a livello comunale.

Ma nei fatti la proprietà delle aree di pertinenza del quartiere INA-Casa di Piacenza non è mai stata aggiornata: secondo il catasto, infatti, i giardini, i percorsi pedonali interni, i piazzali e i cortili risultano ancora in capo alla Gestione INA-Casa. Società soppressa. E il problema non è indifferente: parliamo di una zona urbana di grosse dimensioni senza un inquadramento corretto, e di un cortocircuito causato da varie istituzioni.

“In concreto – spiega l’assessore Bongiorni, affiancato dal tecnico del patrimonio Davide Daturi – il Comune deve farsi carico della manutenzione del verde di questi spazi, ma non può motivare gli interventi di sfalcio e sistemazione nell’appalto ordinario, perché ufficialmente non si tratta di aree comunali. Perciò, ormai da tempo, si ricorre a una procedura straordinaria, legata a questioni di sicurezza e decoro, che appesantisce l’iter di pianificazione e progettazione”. Discorso diverso, invece, è quello che riguarda gli immobili del quartiere INA-Casa, in larga parte riscossi dai privati negli ultimi decenni. Oggi Acer gestisce solo un condominio di case popolari tra via Damiani e via Zecca, oltre ad alcuni appartamenti.

L’obiettivo della giunta Tarasconi, ora, è di rimettere ordine a questa anomalia che arriva addirittura dal dopoguerra. “Non è semplice – sottolinea Bongiorni – perché occorre dimostrare l’evoluzione dei vari titoli di proprietà sulle aree di pertinenza del quartiere INA-Casa. I tempi non sono rapidi – conclude l’assessore – e gli uffici si sono rivolti a un notaio per approfondire la questione”.

IL SERVIZIO DI THOMAS TRENCHI:

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