“Ai detenuti strumenti per vivere fuori”: alle Novate incontro sul volontariato

29 Febbraio 2024 11:41

Favorire uno scambio di idee su quelle attività che le amministrazioni penitenziarie, con il supporto del volontariato, riservano ai detenuti per fornire loro strumenti importanti che potranno poi sfruttare una volta tornati in libertà.

È l’obiettivo principale dell’incontro, organizzato dal garante regionale dei detenuti dedicato al volontariato carcerario e ospitato all’interno del carcere delle Novate di Piacenza, che ha visto riunite le associazioni operanti nelle strutture penitenziarie della regione. Quello di Piacenza è il terzo incontro di questo tipo, dopo Castelfranco Emilia, nel modenese, Forlì e Ravenna.

Ad accogliere i quaranta volontari la direttrice del carcere Gabriella Lusi, che ha ribadito la necessità di prevedere, per il detenuto, percorsi personalizzati.

“Ogni individuo è diverso – ha affermato – e viene inquadrato in un progetto, tenendo conto delle sue esigenze”. La direttrice ha poi spiegato che l’organizzazione delle attività deve poggiare su diversi capi saldi: “Il contesto deve essere di qualità, gli ambienti devono essere adeguati ai progetti che proponiamo, così come è essenziale l’aspetto dell’organizzazione, cerchiamo di fornire al detenuto degli strumenti che possa poi sfruttare all’esterno”.

Nella casa circondariale di Piacenza (dati ministeriali aggiornati al 31 gennaio 2023) ci sono 409 detenuti, in maggioranza stranieri, 259, mentre le donne arrivano a 16.

Fiore all’occhiello della struttura è l’orto botanico, un ampio spazio dedicato alla coltivazione di frutta e verdura. “Un’attività – ha spiegato il presidente della cooperativa che si occupa del progetto, Fabrizio Ramacci – che ha anche una ricaduta economica, i nostri prodotti vengono venduti nel chiosco presente nel piazzale esterno al carcere e al mercato. Contiamo di ampliare la produzione e vorremmo coinvolgere anche altre strutture carcerarie della regione”.

“L’attività agricola – ha sottolineato poi Niccolò Rizzati, ricercatore dell’Università Cattolica che collabora all’iniziativa – rappresenta un progetto sostenibile a livello ambientale, proponiamo tecniche di coltivazione all’avanguardia, così come a livello sociale, garantiamo un lavoro a persone fragili”.

Nel carcere piacentino è anche presente un call center. Attualmente l’attività è sospesa ma dovrebbe riprendere nei prossimi mesi. Sono poi attive tutta una serie di iniziative collegate al tempo libero dei detenuti, a partire dalle attività artistiche e sportive.

Sull’importanza delle collaborazioni sia all’interno che al di fuori del carcere, a partire dalle istituzioni, è intervenute poi l’assessore al welfare del Comune di Piacenza, Nicoletta Corvi: “È assidua la collaborazione tra la casa circondariale e il Comune di Piacenza. Vogliamo che le cose positive che accadono nella struttura vengano conosciute anche dai piacentini”. Prosegue, poi, sul volontariato: “C’è un grande bisogno dell’apporto del volontariato, della comunità, questo per raggiungere un importante obiettivo: quello di consentire a queste persone un futuro diverso”.

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