Diga del Molato, collaudo dopo 100 anni per arrivare a invaso di 455mila metri cubi

17 Marzo 2024 19:45

Da lunedì 18 marzo inizierà il collaudo tecnico-funzionale della diga del Molato (Alta Val Tidone). Una procedura controllata e attentamente supervisionata che, una volta terminata nella sua parte tecnica e formale, permetterà al Consorzio di Bonifica di Piacenza (ente gestore della diga) di aumentare la capacità di invaso di circa 455mila metri cubi. Si passerà quindi dall’attuale volume autorizzato di 7,6 milioni di metri cubi (mc) a circa 8,06 milioni di mc.

“Il motivo per cui la diga necessita di un secondo collaudo, dopo quello effettuato quasi cento anni fa, ovvero dopo la sua entrata in funzione – fa sapere il Consorzio di Bonifica di Piacenza – è la certificazione dell’opera a seguito di importanti manutenzioni anche straordinarie effettuate nel tempo per mantenere l’opera sicura ed efficiente.

È il presidente del Consorzio Luigi Bisi a intervenire: “Da quando è stata costruita, la diga ha visto il susseguirsi di manutenzioni ordinarie e straordinarie. Gli interventi sono stati necessari per mantenere l’opera adeguata a quanto richiesto dall’evoluzione normativa e per consolidare lo sbarramento dal punto di vista strutturale e della sicurezza idraulica. La diga ha quindi mantenuto un’efficienza moderna nonostante la sua storicità. Con il collaudo verrà certificato il buon funzionamento dell’opera che ci permetterà di aumentare il volume di riempimento a cui siamo autorizzati ad arrivare. Riusciremo così a dare maggior dignità al settore agricolo e agroalimentare che è il primo beneficiario di questa risorsa immagazzinata ogni anno dall’autunno alla primavera per essere utilizzata in estate a fini irrigui”. Le manutenzioni straordinarie sono terminate nel 2022 e questo permette al Consorzio di Bonifica di Piacenza di procedere con il collaudo tecnico funzionale ex art. 14 DPR 1363/59 dell’opera, a seguito del quale, una volta approvati gli atti di collaudo, sarà possibile aumentare la capacità di invaso di circa 455 mila metri cubi. Si passerà quindi dall’attuale volume autorizzato di 7,6 milioni di metri cubi a circa 8,06 milioni di mc.

La procedura del collaudo – Prevede il completo riempimento dell’invaso della diga del Molato passando dalla attuale quota idrica autorizzata di 353,70 metri sul livello del mare (pari a un volume di circa 7,6 milioni di metri cubi d’acqua) a 354,40 metri sul livello del mare (pari a circa 8,06 milioni di metri cubi).

La regola aurea delle dighe – Secondo quella che è la regola aurea, durante un evento di piena, la portata scaricata verso valle non deve mai superare quella in entrata in diga. Anzi, in molti casi, viene trattenuto in diga parte del volume di acqua in ingresso da monte per contribuire a evitare – o quanto meno ad alleggerire – situazioni di criticità a valle, tenendo conto di affrontare avversità climatiche che negli ultimi anni sono sempre più repentine, improvvise e spesso imprevedibili al punto tale che vanno oltre alle capacità di reazione delle opere e del territorio. In ogni caso, non si provoca nell’alveo di valle del torrente (Tidone in questo caso) una piena peggiore di quella naturale e che si avrebbe senza la diga (come se la diga non ci fosse, e scorresse in alveo la stessa portata di acqua che passerebbe senza lo sbarramento). Il volume di acqua trattenuto durante l’evento di piena (dato dalla differenza tra i volumi di acqua in entrata e in uscita) è chiamato “di laminazione”. Termine spesso citato quando si parla di difesa idraulica.

Come si effettua la procedura – Durerà circa 3-4 settimane nel corso delle quali progressivamente verrà superata la quota di invaso attualmente autorizzata, con un incremento graduale del livello idrico di massimi 30 cm al giorno. Le acque, per un breve periodo, tracimeranno dagli scarichi di superficie (scivoli) verso il piede della diga dove sono situati i due manufatti (vasca di impatto getti e vasca di dissipazione) che hanno il compito di ridurre al minimo l’impeto della corrente prima del loro ritorno nell’alveo naturale. Il completo riempimento dell’invaso fino alla soglia di sfioro, impegnando i volumi d’acqua contenuti negli ultimi 70 centimetri (da quota 353,70 a quota 354,40 metri sul livello del mare), può essere raggiunto solo attraverso questa procedura tecnica ed operativa. Una volta che l’opera sarà portata a sfioro, l’impianto sarà mantenuto in quota per un periodo di circa 2 settimane prima di avviare il processo di rientro graduale a quota massima autorizzata. Tutto il processo sarà condotto in comune accordo e con uno sforzo congiunto, da parte del personale consortile con gli uffici tecnici degli enti coinvolti, in primis la Commissione di Collaudo nominata dal Ministero delle Infrastrutture. Le operazioni di collaudo della diga previste per legge sono eseguite in condizioni controllate e attraverso l’incremento graduale dei livelli di invaso in modo da poterne verificare il comportamento in condizioni ordinarie.

Coordinamento enti coinvolti – La procedura di collaudo della diga del Molato è stata possibile anche grazie a un lavoro congiunto e a uno sforzo complessivo composto da fasi di concertazione tra enti e soggetti che hanno lavorato con lo scopo di poter concretizzare l’avvio della fase di collaudo in tempi stretti, sfruttando anche le condizioni idro- meteo favorevoli attuali. Oltre al Consorzio di Bonifica di Piacenza si tratta di: la Prefettura di Piacenza, la Commissione di Collaudo, la Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), l’Ufficio Tecnico per le dighe di Milano del MIT, il Settore Sicurezza Territoriale e Protezione Civile (Ufficio Territoriale di Piacenza) e l’Agenzia di Protezione Civile per la Regione Emilia Romagna, AIPO (Agenzia Interregionale per il Po) e i Sindaci dei Comuni posti lungo l’asta del torrente Tidone.

La diga è un elemento fondamentale per la conservazione e la distribuzione della risorsa per l’agricoltura, per la produzione di energia idroelettrica, per lo sviluppo delle condizioni socio economiche dell’ambito territoriale e per la valorizzazione turistica dell’intera vallata.

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