Nuovi istituti comprensivi, la bocciatura di Daniele Novara: “Misura superata tra 10 anni”

23 Marzo 2024 05:15

La riorganizzazione del mondo scolastico piacentino con la trasformazione in istituti comprensivi, che ha appena ricevuto il via libera unanime in consiglio comunale, porterà un cambiamento per molte famiglie, si stima 9mila alunni. Ma se la votazione è stata bipartisan, c’è chi esprime più di una perplessità. È Daniele Novara, pedagogista e direttore del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti: “Sono convinto che si stia per fare qualcosa che in soli dieci anni sarà superata, perché ci dovremo allineare all’Europa, mettendo mano alla scuola superiore, anello più debole, aggregandola alle medie”.

Il pedagogista è stato ospite a “Nel mirino”, la trasmissione di Telelibertà condotta da Nicoletta Bracchi con il giornalista Thomas Trenchi, che ha approfondito il tema dei cambiamenti all’orizzonte nel modo della scuola piacentina. Con lui anche l’assessore all’educazione Mario Dadati, la dirigente scolastica dell’Istituto Raineri Marcora, Maria Teresa Andena, e Giovanni Zavattoni, segretario Flc Cgil di Piacenza.

Nello specifico è stata mostrata la trasformazione dei 19 plessi di scuola dell’infanzia, dei 16 di primaria e degli 8 di secondaria di primo grado in 8 istituti comprensivi, una riorganizzazione resa possibile dall’ultimazione delle nuove scuole dell’ex Laboratorio Pontieri e dell’ex Manifattura Tabacchi, attualmente in costruzione. “Intendiamo mettere in collegamento sotto un’unica direzione didattica il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza, momenti della vita molto differenti, ma siamo convinti che se ci sarà condivisione e comunicazione, in una parola lo spirito giusto fra docenti di diversi ordini di grado, potrà essere un’opportunità per rispondere meglio ai bisogni dei bambini prima e poi dei ragazzi”.

D’accordo con la riorganizzazione anche la dirigente scolastica Andena, che ha comunque sottolineato due fasi delicate: “Una è la transizione burocratica dal punto di vista finanziario, che a mio avviso durerà un paio di mesi. Occorrerà inoltre ridefinire l’assetto didattico delle scuole, occorrerà ripensare i metodi, confrontare stili di insegnamento diversi, sarà il lavoro più grosso e per quella che è la mia esperienza non è pensabile che sia realizzato in meno di sette oppure otto anni“.

“Negli anni si è più volte cercato di riorganizzare la scuola – aggiunge Zavattoni -, ma il progetto è sempre naufragato. In questa occasione ho apprezzato il modo in cui è stata avanzata la proposta, differente rispetto al passato, una proposta non a costo zero perché ci saranno segreterie da sistemare e sezioni di infanzia da riadattare”. L’amministrazione comunale ha fatto una prima quantificazione della spesa che questo lavoro comporterà. “Costerà 100mila euro” dice l’assessore Dadati.

Ma tanti sono stati i temi affrontati, dal possibile ritorno ai voti tradizionali fino al modello scolastico finlandese: lezione non frontale, bambini che si aggirano scalzi per la scuola, molte attività manuali e all’aria aperta. “Non santifichiamo dei modelli” dice merito Novara. Per rendere più chiaro il messaggio ricorda chi siamo noi, nel senso di Paese. “L’Italia è il Paese di Maria Montessori, un’eccellenza”. È possibile rivedere la putata su Teleliberta.tv.

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