Nel 2021 sono raddoppiati gli attacchi all’Internet delle Cose

10 Settembre 2021 06:00

In breve:

  • Nella prima metà del 2021 sono più che raddoppiati gli attacchi ai dispositivi dell’Internet delle Cose (IoT)
  • Anche l’Italia nel mirino con aumento del 93%
  • I dispositivi IoT sono i più disparati, dagli smartwatch agli elettrodomestici per la domotica, passando per apparecchiature aziendali, riconoscibili in rete e quindi controllabili da remoto

Nei primi sei mesi del 2021 gli attacchi all’Internet delle cose sono più che raddoppiati, superando quota 1,5 miliardi in tutto il mondo. Dai dati raccolti da Kaspersky emerge quindi una crescita verticale delle minacce mirate ai dispositivi di ultima generazione, divenuti vittime predilette degli hacker che si celano in rete.

Sì, ma cos’è questo “Internet delle cose”?

Prima di procedere ad una analisi delle statistiche è doveroso spiegare cosa si intende per “IoT”, ovvero “Internet of Things”. In italiano questa sigla si traduce con “Internet delle cose”, una espressione che di certo non aiuta a comprendere ciò di cui si sta parlando. Semplificando, l’Internet delle Cose è una rete di oggetti e dispositivi collegati tra di loro attraverso internet. Per “oggetti e dispositivi” non ci si riferisce però solo a computer o smartphone, ma proprio a tutti gli oggetti e dispositivi con cui abbiamo a che fare quotidianamente. Nell’insieme si comprendono quindi gli smartwatch, le stampanti, gli scanner, le telecamere, ma anche i dispositivi della domotica come frigoriferi, televisori, forni o le luci di casa. Nell’Internet delle Cose ogni oggetto è dotato di un componente di riconoscimento che lo rende “raggiungibile” attraverso la rete e che gli permette di comunicare con gli altri dispositivi. Nell’Internet of Things qualsiasi dispositivo elettronico è identificabile univocamente e rintracciabile. Quindi raggiungibile da remoto e attaccabile. E qui termina la parte didattica.

Nel 2021 il boom degli attacchi, raddoppiati in sei mesi

Nei primi sei mesi del 2021 gli attacchi hacker all’Internet delle Cose sono letteralmente esplosi, più che raddoppiando tra il secondo semestre 2020 e il primo semestre 2021. In termini assoluti i numeri fanno ancora più paura. Si è passati da 639 milioni a oltre 1,5 miliardi di attacchi. L’Italia è ancora una volta tra i Paesi con una crescita notevole delle minacce online. Gli attacchi provenienti dall’Italia infatti, negli ultimi sei mesi sarebbero aumentati del 93%. Considerando che l’Internet delle Cose in Italia non è così diffuso e permeante come in altri Stati (Usa in primis), il numero delle rilevazioni è notevole. Si è passati dai già considerevoli 1,89 milioni di attacchi nel secondo semestre 2020 ai 3,65 milioni della prima metà del 2021.

Gli hacker si fiondano dove il numero delle possibili prede è in aumento

Certo, il numero di attacchi hacker ai dispositivi è aumentato, ma anche i dispositivi stessi sono aumentati. Tracciando il grafico con i dati dell’osservatorio IoT Analytics l’andamento risulta persino esponenziale. I dispositivi di questo tipo collegati nel 2010 non raggiungevano il miliardo, nel 2015 ammontavano a 3,6 miliardi e nel 202020 hanno raggiunto quota 11,7 miliardi. Stando alle previsioni entro il 2025 i dispositivi collegati tra loro (anche quelli che fino a qualche tempo fa non se lo sognavano nemmeno, come frigoriferi o forni) raggiungeranno i 30,9 miliardi. Va da sé che gli hacker saranno sempre più attratti da questo tipo di prodotti.

Una volta intrufolatisi, cosa se ne fanno?

Stando all’indagine di Kaspersky, i dispositivi verrebbero utilizzati per ricavare dati personali o aziendali in primis, ma anche utilizzare la loro potenza di calcolo (molto bassa se presi singolarmente), per minare criptovalute (qui un articolo per capire cosa significa) oppure prendere controllo dei dispositivi da remoto. “Nel corso degli ultimi dodici mesi, la carenza di preparazione di fronte agli incidenti è diventata sempre più evidente, specialmente con l’aumento dei dispositivi personali collegati con le reti aziendali, che ha aumentato la superficie attaccabile dagli hacker”, dichiara l’analista Grant Oviatt commentando i dati di Kaspersky. Non bisogna infatti cadere nell’errore di considerare “IoT” soltanto i dispositivi per la domotica. Un giorno potrebbe entrare a far parte di questo insieme anche la serratura del cancello di una azienda o una macchina del caffè all’interno dell’ufficio. Il tema della sicurezza nella gestione di questi dispositivi diventerà insomma sempre più prioritario.

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