Caro prezzi, se anche il metano non ti dà più una mano

11 Ottobre 2021 06:00

In breve:

  • Il prezzo del metano è raddoppiato nel giro di pochi giorni
  • A Piacenza il prezzo oscilla tra 1,39 e 1,99 euro al chilogrammo
  • Tra il 2012 e agosto 2021 il metano ha sempre oscillato tra 0,90 e 1,00 euro
  • Le cause (lontane) dell’aumento delle tariffe

Negli ultimi giorni il prezzo del metano per auto ha visto una impennata senza precedenti, toccando in alcune stazioni di servizio i due euro al chilogrammo. Un evento straordinario per un tipo di alimentazione caratterizzato da prezzi tradizionalmente stabili nel lungo termine, con oscillazioni minime anche nell’arco di decenni. Ecco cosa sta accadendo al carburante e perché il suo rincaro in Europa colpisce in prima battuta l’Italia.

Il prezzo del metano è raddoppiato in pochi giorni

I numeri riportati dall’Osservatorio prezzi del Ministero dello sviluppo economico parlano chiaro: il prezzo del gas metano per auto raddoppiato rispetto ai livelli di fine settembre. Nella provincia di Piacenza le stazioni di servizio offrono il gas con prezzi che variano da un massimo di 1,99 euro al chilo ad un minimo di 1,39 euro al chilo (rilevazioni aggiornate alla mattina di lunedì 11 ottobre 2021). Per avere un’idea del salto che il prezzo ha subito nel giro di pochi giorni si può osservare l’andamento storico rilevato da metanoauto.com, che mostra come fino all’inizio di settembre il prezzo del metano per auto si trovava sotto l’euro al chilogrammo. Non solo. Dal 1998 in poi il prezzo del gas non aveva mai superato la soglia psicologica dell’euro al chilogrammo, nonostante le vampate registrate nel 2008 e tra il 2011 e il 2012. Il prezzo del metano è infatti tradizionalmente caratterizzato da una quotazione estremamente stabile: tra il 2012 e l’agosto 2021 il prezzo ha sempre oscillato tra 0,90 e 1,00 euro al chilogrammo.

Ma in realtà l’esplosione stava già montando da mesi

In una nota esplicativa, Federmetano scrive che “Dopo alcuni cali di prezzo occorsi da aprile 2020, causati inizialmente dalla pandemia mondiale, si sono verificati aumenti continui del prezzo della materia prima da ottobre 2020 a oggi, toccando cifre record superiori del 600%”. Tra le cause segnalate da Federmetano i bassi livelli di stoccaggio nei siti europei, la crescente domanda dell’Asia con forniture di Gas metano liquido dirottate verso quei mercati e i tagli delle forniture verso l’Europa da parte della Russia (player strategico per la fornitura del gas).

Era sufficiente osservare i prezzi sul mercato all’ingrosso del gas per capire che prima o poi l’impennata si sarebbe scaricata sui consumatori finali. Lo scorso ottobre 2020 i fornitori potevano approvvigionarsi di gas naturale a circa 13 euro al megawattora. A settembre il prezzo medio ha toccato i 62 euro, per raggiungere la cifra record di 116,65 euro nell’asta del 7 ottobre scorso. Nell’ultima asta al momento dell’uscita di questo articolo (11 ottobre) il prezzo del gas si trova sugli 88 euro al megawattora. L’impatto sulle tariffe del metano per auto era solo una questione di tempo.

Per quanto riguarda la fornitura del gas nelle abitazioni l’aumento era già evidente da mesi. Arera ha già da settimane comunicato che il prezzo relativo alla materia energia (il gas vero e proprio) sarebbe salito fortemente nei mesi invernali. Il grafico relativo alla tariffa è eloquente: nel secondo trimestre 2021 il prezzo era inferiore a 10,00 centesimi al metro cubo, nel quarto trimestre si è arrivati a oltre 22,00 centesimi.

L’Italia è Paese leader in Europa per il settore delle auto a metano

L’Italia è storicamente una nazione amica del motore a metano. Lo si può evincere anche dal numero di stazioni di servizio che offrono il metano nel Belpaese. Secondo Ngva l’Italia può vantare 1.468 distributori sparsi sul proprio territorio. Il secondo Paese europeo in classifica è la Germania, ferma a 807 distributori. Segue a distanza la Repubblica ceca a 223 stazioni, il che rende l’idea di quanto l’aumento del prezzo del gas colpisca in prima persona l’Italia più che altri Paesi limitrofi (in Francia i distributori sono solo 157).

Le auto a metano costituiscono solo il 2,3% delle nuove immatricolazioni

Stando alle ultime rilevazioni, le auto mosse da propulsori a metano rappresenterebbero una quota decisamente minoritaria del mercato italiano durante gli ultimi mesi. Solo il 2,3% delle nuove immatricolazioni, per la precisione. Nulla a che vedere con la benzina, che ha rappresentato tra gennaio e agosto un quarto delle nuove auto in circolazione, ma anche il diesel con 21,5%. In forte aumento la quota delle ibride, che rappresentano l’alimentazione più diffusa tra i nuovi esemplari venduti con il 31,6% del totale (erano il 5,1% nel 2019). Le auto totalmente elettriche si fermano al 5,0% mentre è mosso da Gpl un mezzo su dieci (9,7%).

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