Come funziona il rubinetto di Putin che abbassa il prezzo del gas (anche in Italia)

16 Novembre 2021 06:00

Dopo settimane di aumento record sui mercati, l’annuncio e le rassicurazioni del presidente russo Vladimir Putin sulle forniture di Mosca verso L’Europa hanno fatto scendere (un po’) il prezzo del gas. Nel frattempo però le riserve sono ai minimi da oltre un decennio e la stagione fredda è già cominciata (quindi per il 2021 è tardi).

Se la Russia decide di aumentare la fornitura di gas all’Europa, il prezzo del gas in Europa scende. Vladimir Putin con Gazprom nelle ultime settimane ha riaperto il rubinetto del gas naturale verso l’Europa, facendo rifiatare i Paesi dell’Ue. Dopo il vertiginoso aumento registrato nel mese di ottobre, il prezzo del metano sul mercato sembra essere, facendo segnare una riduzione che potrà solo fare bene all’Italia e alle bollette da gennaio in poi. Sia chiaro: siamo comunque su livelli record ma, perlomeno, sotto i picchi di inizio autunno. E soprattutto ormai è tardi per riempire gli stoccaggi prima dell’inverno. Ecco cosa è accaduto.

[Aggiornamento delle 13.16 del 16/11/2021: l’articolo è stato redatto prima dell’annuncio della Germania riguardo la sospensione della certificazione del gasdotto Nord Stream 2, che ha generato un rialzo dei prezzi del gas sui mercati nella mattinata di martedì 16 novembre]

L’estate della passione

Un rapido ripasso su come è cominciata la crisi del gas in Europa. Tutto è cominciato in primavera, quando il prezzo del gas sul mercato si trovava sotto i 20 euro al megawattora. In quelle settimane i Paesi europei cominciano a ricaricare le riserve di gas naturale in vista della stagione invernale, giungendo solitamente ad ottobre con i “serbatoi” pieni, così la domanda sale e il gas comincia ad essere richiesto (quindi il prezzo sale). A giugno il prezzo era salito a 30 euro al megawattora, con il superamento dei 40 euro ad agosto. L’arrivo dell’estate ha conciso con l’esplosione dei prezzi.

Ricapitolando i fattori del rialzo sono stati:

  • Crescita della domanda europea con la ripresa economica e la necessità di ricaricare le riserve
  • La domanda da parte della Cina e dei Paesi asiatici, che si sono assicurati il gas (specialmente il gas metano liquefatto per via mare) anche grazie a contratti di fornitura di lungo termine (al contrario, l’Europa da anni puntava su contratti “spot”, quindi gas comprato “di volta in volta”)
  • La mancanza di vento nel Nord-Europa durante la primavera e l’estate, che ha costretto le economie a fare di nuovo affidamento sul gas piuttosto che sull’eolico (prosciugando le riserve più del solito)

C’è poi un tema che si intreccia con la politica e le relazioni internazionali. Il gasdotto Nord Stream-2, che raddoppia il collegamento diretto tra la Russia e la Germania, è stato al centro di un dibattito e di un braccio di ferro con la Commissione europea (che ne ha ostacolato l’approvazione e l’avvio del flusso del gas). Perché Nord Stream 2 è così importante? Permetterebbe a Mosca di tagliare fuori dalla tratta del gas l’Ucraina, con la quale al momento certamente non scorre buon sangue. La Russia insomma utilizza chiaramente questo suo vantaggio sul piano negoziale, potendo contare sull’arma della fornitura di gas naturale all’Europa nelle fasi più critiche delle trattative.

[Aggiornamento delle 13.16 del 16/11/2021: La Germania ha sospeso la procedura di certificazione di Nord Stream 2 a causa di un cambiamento nella forma giuridica della società che ne é operatore. Un cavillo che complica l’attivazione del gasdotto e mette pressione al prezzo del gas]

Quando Putin decise di aprire i rubinetti

Il prezzo del gas è continuato a crescere a settembre. La Russia di Vladimir Putin infatti sembrava reticente nel voler incrementare le forniture di gas verso l’Europa. L’Agenzia internazionale dell’energia denunciava il fatto che Gazprom, il gigante pubblico dell’energia russa, avrebbe potuto potenzialmente comprare più spazio all’interno dei gasdotti verso l’Europa e alleviando la tensione sui prezzi, evitando però di farlo.

L’annuncio tanto atteso è arrivato soltanto ai primi di ottobre. Il 6 ottobre Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia avrebbe potuto incrementare le forniture all’Europa. Una dichiarazione, da sola, in grado di dare fiato alle quotazioni sui mercati e permettere di far abbassare di nuovo i prezzi. Dopo il picco delle forniture per il 7 ottobre (contrattate il giorno prima) il prezzo raggiunse 116 euro (dieci volte il prezzo di marzo 2021). Nei giorni successivi all’annuncio la quotazione è scesa a 78 euro al megawattora.

Durante la Settimana energetica russa, Putin ha ribadito nuovamente la volontà di Mosca di aprire i rubinetti. Lo ha fatto in prima persona durante un discorso, il che ha avuto un impatto ancora maggiore a livello mediatico. Il prezzo è così sceso alle porte di novembre a 64 euro al megawattora sul mercato italiano del giorno prima.

Con novembre la situazione ha visto il prezzo stabilizzarsi, anche se su prezzi estremamente elevati rispetto ai livelli pre-pandemia.

Perché Putin ha tutto questo potere sull’Europa?

C’è un fattore legato all’eccezionalità del 2021 e uno storico.

Quello legato al 2021 è la mancanza di riserve di gas in Europa. La percentuale di riempimento dei depositi di gas non è mai stato così basso da oltre un decennio. Un grave problema in vista della stagione invernale anche perché già da ora sarà impossibile invertire la tendenza: se non si riempiono le “bombole” entro ottobre non si riempiono più (perché con l’autunno si comincia a consumare) e bisogna sperare in un inverno non troppo rigido affinché queste riserve bastino fino alla fine di febbraio.

L’Italia se la passa leggermente meglio della Germania e dei Paesi del nord Europa per la sua storica tendenza a mantenere riserve strategiche di gas in vista dell’inverno. I livelli sono comunque inferiori a quelli storici.

Il fattore storico riguarda la dipendenza del continente europeo dalle forniture di gas della Russia. In Italia e in Europa Mosca conta per quasi il 50% delle importazioni extra-Ue di gas naturale. Se poi si calcola che l’Unione europeo importa l’83,5% del gas da Paesi esterni, sarà facile comprendere quanto conti la Russia nella sopravvivenza energetica dell’Unione europea.

L’Italia è leggermente meno dipendente in termini complessivi dalla Russia grazie all’import dall’Algeria (che nel frattempo ha chiuso gli scambi con il Marocco, mettendo invece sotto pressione la Spagna).

© Copyright 2024 Editoriale Libertà

Whatsapp Image

Scopri il nuovo Canale Whatsapp di Libertà

Inquadra il QRCODE a fianco per accedere

Qrcode canale Whatsapp