50 anni e non sentirli: Dungeons and Dragons ha cambiato ogni regola

Tutto ebbe origine dalla passione per i wargame di due ragazzi dotati di una spiccata creatività. Da un lato c’è Dave Arneson con le battaglie tra amici ambientate nel suo mondo immaginario di Blackmoor, dove cavalieri e maghi affrontavano le forze oscure; dall’altro c’è Gary Gygax che, insieme a Jeff Perren, aveva pubblicato un regolamento per wargame ad ambientazione medievale chiamato Chainmail (1969); all’interno del quale c’era anche una sezione specifica dedicata al Fantasy con incantesimi e creature fantastiche come i draghi.

Arneson iniziò a usare le regole pensate da Gygax per le sue sessioni di gioco, sviluppandone alcune parti, come quella relativa allo scavare gallerie per gli assedi ai castelli che prevedevano la presenza di un arbitro. Sfruttò quello spunto per dare vita a uno scenario incentrato sul salvataggio di una principessa nelle prigioni sotterranee (chiamate appunto dungeon in inglese) del mondo di Blackmoor. Nacque così una collaborazione tra Gary Gygax e Dave Arneson che portò alla prima edizione amatoriale di Dungeons & Dragons. Si trattava di qualcosa di completamente diverso dal solito: non c’era un tabellone e nemmeno pezzi di gioco; si giocava con l’immaginazione del giocatore e con carta e matita. Se si voleva, si poteva giocare con le miniature su mappe fatte in casa, ma non era necessario.

Un “arbitro”, oggi noto come dungeon master, narra gli elementi di base della storia e l’aspetto dell’ambiente, mentre i giocatori riempiono gli spazi vuoti con le loro azioni e le loro idee su come portare a termine i compiti. All’inizio, il termine ‘gioco di ruolo’ stava a indicare che ogni partecipante ricopriva uno specifico ruolo come guerriero, ladro, mago, etc.

Nel corso degli anni quel termine ha preso un’accezione diversa: non più ricoprire, ma interpretare un ruolo e i giocatori hanno iniziato a calarsi attivamente nei panni dei loro eroi.

Edizione dopo edizione, D& D si è evoluto e perfezionato, rimanendo comunque fedele alle sue origini, influenzando attivamente la cultura e il mondo dei giochi. Insieme all’opera letteraria di J.R.R. Tolkien, ha infatti contribuito alla diffusione dell’immaginario fantasy, mentre la sua meccanica ha dato vita a centinaia di giochi di ruolo che spaziano dalla fantascienza alla storia, dal mito all’horror, dal giallo allo spionaggio, contaminando generi e fonti di ispirazione tratte da letteratura, cinema, televisione e fumetto.

di Carlo Chericoni

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