Che gioia al cinema poter vedere Goldrake finalmente a colori

Non erano molti i bambini che il 4 aprile 1978 avevano il televisore a colori in salotto. Ma ci pensate? Sul secondo canale Rai esordiva “Atlas Ufo Robot” e toccava accontentarsi di vederlo su uno schermo minuscolo, per di più in bianco e nero. Non so a voi, le lame rotanti a me girarono parecchio. Ci si poteva consolare con fumetti, figurine, album da pitturare – sai che sballo – ma senza la tv Pal system (con telecomando) era una tristezza fotonica. Quando andava bene, Santa Lucia portava le cartucce Cinevisor Mupi o i super 8.

Per trovare conferme di quel mood straziante, ieri sera ho chiamato senza preavviso il massimo esperto italiano di robot giapponesi, lo scrittore e blogger ferrarese Alessandro Montosi. Gli ho sicuramente rotto le scatole, però è stato come d’abitudine gentilissimo e non ha riattaccato (con lui la parolina magica “Goldrake” funziona sempre).

Montosi, la disturbo?

«Stavo aggiornando il mio blog e sistemando l’archivio ».

Lei ha sofferto per Goldrake in bianco e nero?

«Io no, sono nato nel 1982. Però la capisco benissimo: anche a casa di mio papà Paolo la televisione a colori arrivò molto dopo il 1978».

Per fortuna uscirono i film per il grande schermo…

«Tre pellicole che hanno avuto molti meriti. “La più grande avventura di Ufo Robot – Goldrake all’attacco’’, “Goldrake l’invincibile” e “Goldrake addio!”, tra il 1978 e il 1980, hanno permesso a molti piccoli telespettatori di vedere finalmente a colori l’amatissimo robot. Si andava al cinema per ammirare i cartoni in tutto il loro splendore: era successo lo stesso con i film di “Heidi” qualche mese prima».

Proprio così. E gli altri meriti?

«Chi andò al cinema a vedere il primo film, ascoltò senza saperlo – in anteprima – la futura sigla finale “Goldrake”. Quella che fa “Va’, distruggi il male, va’!” e sostituì “Shooting Star” nella seconda stagione».

Mica male!

« Il bello arrivò con il terzo film. “Goldrake addio!” mostrava allo spettatore inconsapevole circa 19 minuti dell’episodio 71, mai trasmesso dalla Rai e rimasto inedito fino all’avvento dei dvd».

Ai detrattori della trilogia uscita nelle sale come replica?

«Quei film, assolutamente rispettosi della cronologia degli episodi e del doppiaggio italiano dell’epoca, hanno permesso alle generazioni successive di tenere viva la memoria di Goldrake».

Questo mi pare un passaggio fondamentale.

«Non dobbiamo dimenticare che dopo le ultime repliche estive Rai del 1984, “Atlas Ufo Robot” sparì letteralmente dai radar per rispuntare su Junior Tv alla fine degli anni ’80. Nel frattempo i tre film invasero i canali privati. Io e i miei coetanei siamo cresciuti con quei “riassuntoni”. Poi l’anime approdò sul circuito Super Six nel 1995 e sono riuscito a registrarlo in parte su vhs».

Ricordo l’attesa febbrile per l’ultimo episodio “in prima visione tv” il 6 gennaio 1980.

«Sempre sul secondo canale Rai, a novembre di quell’anno, iniziarono delle repliche, ma il terremoto dell’Irpinia stravolse anche i palinsesti e fermò a lungo il nostro robot».

Per molti anni recuperare la serie completa fu un’impresa. Nel 2012 scrissi persino a “Sorrisi” (vedi box) per chiedere a gran voce il ritorno di Goldrake & C. in tv…

«La serie “Atlas Ufo Robot” in tv divenne rara. Riappare nel 2007 ma, attenzione, in dvd, con i tre episodi rimasti inediti e un nuovo doppiaggio italiano. Purtroppo uscirono solo 10 dischi su 12. Solo nel 2014 abbiamo potuto festeggiare la saga completa con 74 puntate in 19 dvd. A gennaio 2015 tornò in tv, però solo sul canale satellitare Man-Ga. Un destino comune agli altri celebri robot di Go Nagai come Mazinga Z, il Grande Mazinga e Jeeg».

Goldrake in Italia approdò al cinema solo tre volte?

« No. Il primo film in assoluto fu “Mazinga contro gli Ufo Robot” nell’estate ’78. Erano tre cortometraggi usati per comporre una storia originale per il grande schermo, con un doppiaggio fatto a spanne, incentrata su Mazinga Z, Grande Mazinga e Goldrake. Peccato che il pubblico italiano non conoscesse i due Mazinga. Da noi arrivarono dopo Goldrake, mentre in patria furono i capostipiti. Una bella confusione, insomma, ma il bello doveva ancora arrivare»

Cioè?

«Nel film “Gli Ufo Robot contro gli invasori spaziali”, Goldrake collabora con altri robot nagaiani all’epoca sconosciuti per il pubblico italiano. Ma il top resta “Daimos, il figlio di Goldrake” con il doppiaggio nostrano che appunto spaccia Daimos come sequel di Goldrake. Arrivando ai giorni nostri, per rivedere Goldrake al cinema su scala nazionale bisognerà aspettare “Le notti dei super robot” nel 2014».

Lei come ha scoperto l’universo di Goldrake?

« Dai film in perpetua replica sulle tv private e poi nelle fiere di paese degli anni ’80, raccogliendo giochi e gadget legati a quel cartone ormai “vecchio”, ma che conoscevo grazie al racconto di genitori, cugini e nonni. E poi attraverso i Super 8. “Goldrake l’invincibile” mi colpì da bambino perché associavo radioattività e Vegatron con la tragedia di Chernobyl. Inoltre, vedendo prima i film e poi la serie, mi sono accorto di alcuni buchi nel doppiaggio. Al cinema Actarus “chiamava” le armi fin da subito, in tv purtroppo no».

Sarà stato contento Go Nagai..

«Il papà di Goldrake era all’oscuro di tutto. Scoprì che i suoi cartoni stavano spopolando in Italia dopo la tragedia di Vermicino, quando seppe che il povero Alfredino bloccato nel pozzo aveva atteso l’aiuto di Mazinga ».

Ora Goldrake è diventato un lavoro vero e proprio per lei…

«Dalla tesi di laurea al Dams di Bologna, scritta nel 2005 con l’appoggio della correlatrice Veronica Innocenti e discussa con Renato Barilli presidente di commissione, è nato il libro “Ufo Robot Goldrake Storia di un eroe nell’Italia degli anni Ottanta” (Coniglio Editore, 2007), poi ci sono il blog e la pagina Youtube in continuo aggiornamento ».

Ma il nostro robottone preferito sta per tornare o no?

«Il futuro si decide in Arabia Saudita con una coproduzione con il Giappone. In Medio Oriente, Goldrake è una star. Si parla di un imminente reboot dell’anime, vedremo ».

di Michele Borghi

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