Piazzamento lavoratori: non occorre più dare la colpa alla sfortuna

I dadi, croce e delizia dei giochi da tavolo. C’è chi non concepisce un board game senza l’emozione di tirare questi piccoli cubi, mentre altri mal sopportano la componente fortuna che portano al tavolo.

In quest’ultima tipologia di giocatore rientra anche Richard Breese, serio direttore finanziario durante gli orari di lavoro, ma game designer nel tempo libero; la sua passione è così grande che è dal lontano 1989 che pubblica le sue creazioni attraverso una casa editrice da lui fondata: la R& D Games.

Richard è anche un avido giocatore e a metà degli anni ‘90, come tanti, era ossessionato da quello che in quel periodo era il board game più in voga: “I coloni di Catan”. Adorava contrattare ed espandere il suo insediamento, ma l’idea di dover tirare due dadi per determinare quali territori avrebbero prodotto risorse ogni turno non gli andava proprio giù. Così, nel 1998, dopo l’ennesima partita rovinata da un risultato sfortunato, Richard decide di disegnare un titolo che ottenesse lo stesso effetto di Catan, ma con un sistema più deterministico. Il frutto dei suoi sforzi fu “Keydom”, un gioco di ambientazione medievale in cui esordiva la meccanica del “Piazzamento lavoratori”.

Questa meccanica prevede che ognuno disponga di una squadra di lavoratori rappresentati da pedine e che durante il proprio turno possa piazzarli su degli appositi spazi nel tabellone per eseguire l’azione abbinata; queste variano da gioco a gioco, ma possono includere il pescare carte, ottenere risorse, acquistare merci, modificare l’ordine di turno, sbloccare nuovi lavoratori o costruire strutture. Poiché la quantità di lavoratori è limitata e, spesso, non è possibile eseguire azioni in aree dove sono presenti pedine degli avversari, il cuore di questi titoli sta nel gestire le priorità e nel variare tempestivamente i propri progetti. La fortuna dovuta ai dadi sparisce e le scelte degli altri rappresentano la variabile su cui impostare le proprie strategie. È una meccanica che garantisce grandi soddisfazioni, ma che obbliga anche a grande concentrazione, perché difficilmente sarà possibile imputare una sconfitta alla sorte avversa.

Anche se “Keydom” di Richard Breese è generalmente considerato il primo rappresentante del genere, il titolo che rese popolare il termine “Piazzamento lavoratori” fu “Caylus” di William Attia che impegnava il giocatore nello sviluppo di strutture e fortificazioni nell’omonimo villaggio francese durate la fine del XIII secolo. Sarà però il grande successo di “Agricola” nel 2007 a trasformare questa meccanica in una delle più diffuse e amate. In questo board game creato dal leggendario designer Uwe Rosenberg si è chiamati a gestire un’intera fattoria attraverso il piazzamento dei lavoratori, attivando azioni che permettono di piantare colture, costruire recinti, allevare animali e ampliare la propria casa.

Nel tempo le regole base di quei titoli pionieristici si evolvono e spesso si ibridano con quelle di altri sistemi di gioco, dando vita a sfide sempre diverse e originali, supportate anche da ambientazioni di ogni genere. Si va dai raid vichinghi di “Raiders of the North Sea” ai paradossi temporali di “Anachrony” passando per “Obsession” e la manutenzione di una tenuta di famiglia nell’Inghilterra vittoriana della metà del XIX secolo. Ci sono titoli semplici ed accessibili come “Fallout Shelter”, ispirato al popolare videogioco, a prodotti complicati e articolati come “Kanban EV”, incentrato sulla produzione di automobili elettriche.

Anche i designer italiani contribuiscono attivamente all’evoluzione del genere, proponendo titoli innovativi e dalle tematiche affascinanti capaci di trasformarsi in successi internazionali, come “Barrage” di Tommaso Battista e Simone Luciani incentrato sulla creazione di centrali idroelettriche o “Lorenzo il Magnifico” di Flaminia Brasini, Virginio Gigli e Simone Luciani in cui la Firenze del Rinascimento fa da sfondo a una meccanica in cui tornano i dadi in veste di lavoratori da piazzare. Versatile, appagante e coinvolgente, il genere “Piazzamento lavoratori” è un’ottima scelta per ridurre il fattore fortuna nelle serate gioco e grazie alla sua varietà non sarà difficile trovarne uno adatto ai propri gusti.

di Carlo Chericoni

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