Chiude la Telecom di Piacenza. A rischio 36 lavoratrici, domani incontro in Provincia

03 Aprile 2013 12:08

La sede del call center Telecom Italia di Piacenza di via Caduti sul Lavoro alla Farnesiana chiude i battenti insieme ad altre 46 sedi in tutta Italia. A rischio ci sono i posti di lavoro di 36 donne che prima verrebbero messe in mobilità e poi trasferite a Milano. Domani mattina è previsto un incontro in Provincia con gli assessori al Lavoro e alla Pari opportunità di Provincia e Comune. La Cgil non ci sta e in una nota scrive: “Questa decisione, contenuta nel nuovo piano industriale, non è altro che l’ultima di una lunga serie, frutto di una politica aziendale scellerata che ha portato alla rovina una della più fiorenti aziende italiane. E’ vero, la crisi si fa sentire, ma non è il caso di Telecom Italia, che continua a produrre ottimi utili. Considerando che la maggior parte del personale è composta di donne o colleghi che usufruiscono della legge 104, la chiusura di Piacenza e il conseguente trasferimento a Milano, provocheranno disagi insostenibili perché si lavora a turni serali; si può quindi parlare di licenziamento mascherato. Quanti chiamano il 187, ebbene sappiano che la maggior parte delle chiamate è gestita da call-center in sub-appalto o call-center all’estero; questi ultimi, ubicati in Albania e Romania, percepiscono una paga oraria di 2 euro. Chi di noi italiani potrà mai competere sui costi con questi mercati deregolamentati e sfruttati? Noi di Piacenza la competizione la facciamo sulla competenza e sull’efficienza e ci gratifica ancora un complimento da parte del Cliente che ci elogia perché nota la differenza. Quale azienda lungimirante si libera del proprio personale formato in oltre venti anni per affidare la cura dei clienti a persone che non hanno la minima affezione per l’azienda e una preparazione sommaria? La sede 187 di Piacenza non può e non deve essere chiusa sia perché l’immobile rimarrà comunque in affitto fino al 2022, essendo adibito a centrale telefonica e, soprattutto per motivi di salvaguardia occupazionale, visto che sul territorio piacentino è praticamente impossibile trovare un impiego”.

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