Perché le pile ricaricabili convengono (quasi sempre) rispetto alle monouso

09 Dicembre 2021 06:00

Le batterie ricaricabili permettono di risparmiare nel lungo termine, evitando di immettere nell’ambiente elevate quantità di rifiuti elettronici. Non si tratta però di un prodotto per tutti: in alcuni casi le pile monouso restano ancora preferibili. Ecco perché.

Le utilizziamo quotidianamente, sperando che possano sempre nascondere una minima quantità di carica residua e alimentare i nostri apparecchi elettronici. Sono le pile, che possono essere trovate nei negozi in due categorie differenti: quelle alcaline monouso e quelle ricaricabili. Le prime vanno per la maggiore per comodità ma le seconde presentano diversi vantaggi da non sottovalutare sia in termini ambientali che economici.

La mole di batterie esaurite

Nel suo ultimo rapporto, il Centro di coordinamento nazionale pile e accumulatori (Cdcnpa) ha reso noto che nel 2020 sono stati raccolti 11,1 milioni di chilogrammi di batterie e pile esaurite, con un tasso di raccolta pari al 39,4%. Ciò significa che nel 2020 solo quattro pile su dieci sono state correttamente recuperate e gettate nei rifiuti: la quantità totale di quelle immesse ha infatti superato i 28 milioni di chilogrammi. Recita il rapporto: “Il 2020 ha visto anche aumentare sensibilmente la quantità di batterie nuove immesse sul mercato con un balzo in avanti di oltre il 9%, probabilmente dovuto al maggior utilizzi di dispositivi elettronici portatili per le attività in lavoro agile e didattica a distanza. Questo aumento ha avuto un riflesso sul tasso di raccolta sull’anno solare e sul triennio precedente che risultano in leggero calo”.

Mentre nel riciclo della carta e della plastica l’Italia è tra i Paesi leader del continente con tassi più elevati rispetto alla media, sul fronte delle pile la Penisola fatica ad ingranare. Nel 2020 il tasso di raccolta si è fermato al 39,4% contro il 42,65% dell’Unione europea. Bisogna tornare al 2018 per ritrovare l’Italia sopra l’Ue, con un 43,1% di raccolta contro il 42,01% dell’Ue.

Una pila ricaricabile ogni quattro monouso

Stando ad una stima condotta dal New York Times, le pile ricaricabili grazie alla loro longevità permetterebbero potenzialmente di ridurre lo spreco di materiali e l’acquisto di batterie monouso (che dopo essersi esaurite finiscono dritte nella spazzatura). Il quotidiano cita uno studio risalente al 2012, nel quale si ipotizzava la spedizione di circa 4 miliardi di pile nei soli Stati Uniti. Un numero tanto alto che suddiviso per singola famiglia tipo ci si ritrova con l’acquisto di 47 batterie ogni anno. Ebbene, passando alle batterie ricaricabili sarebbe sufficiente acquistarne 12 una volta ogni quattro anni, invece di ben 188 monouso di cui si dovrebbe avere bisogno ad ogni sostituzione. Secondo un’altra ricerca più recente, nel 2019 negli Usa sarebbero state acquistate circa 310 milioni di pile alcaline (quelle monouso), circa 2,5 per ciascuna famiglia. Dato che le pile ricaricabili possono essere riutilizzate per circa quattro anni, sarebbe “possibile acquistare una singola batteria ricaricabile invece delle dieci batterie alcaline che si sarebbero consumate ed esaurite nello stesso tempo”.

Le batterie ricaricabili, sebbene dal costo iniziale più elevato rispetto a quelle monouso, visti i loro numerosi cicli di carica e scarica ripagano “l’investimento” in sole cinque/sei ricariche.

La tipologia di batteria dipende anche dalle esigenze

Al di là del discorso sulla sostenibilità e lo spreco di risorse, le batterie alcaline e quelle ricaricabili (al nickel) si adattano ciascuna ad esigenze precise. Per dispositivi elettronici che hanno bisogno di una piccola quantità di energia elettrica e in maniera continuativa (l’esempio più eclatante è quello del telecomando della televisione, che utilizza micro quantità di carica solo quando si cambia canale o si controlla il volume) potrebbero essere preferibili le pile monouso. Quest’ultime infatti riescono a fornire quella piccola scarica di energia per più tempo rispetto alle pile ricaricabili, che invece poco si adattano a quell’esercizio. Per dispositivi che invece consumano parecchia energia in maniera ciclica e duratura nel tempo (come potrebbero essere i controller e i joystic delle console dei videogiochi oppure un mouse senza fili) allora le pile ricaricabili potrebbero essere la soluzione ideale: ricaricando di volta in volta le batterie più consumate si potrà evitare una cospicua spesa nel lungo termine.

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