Dopo la Levante, gli appalti corrotti: decisivo il “trojan” nei cellulari degli indagati

21 Febbraio 2022 03:16

Nel linguaggio tecnico del diritto si chiama “captatore informatico”, ma esistono espressioni più allusive ed efficaci per definirlo: il software introdotto dagli inquirenti nel telefono dell’imprenditore Nunzio Susino per intercettarne le sue conversazioni, e carpire i contenuti del suo cellulare, è un “trojan”: un vero e proprio “cavallo di troia”. Uno strumento potentissimo, usato per scoprire il presunto sistema di corruzione e appalti pilotati in Val Trebbia, Val Nure e a Piacenza.
Venne usato anche nell’indagine sui carabinieri infedeli della caserma Levante. In quel caso venne inoculato nello smartphone dell’appuntato Beppe Montella, perno del sistema d’illegalità instaurato in via Caccialupo.

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