“Castel San Giovanni deve rimanere un ospedale”, in corso una raccolta firme

06 Dicembre 2023 11:25

La raccolta di firme della petizione “Castel San Giovani deve rimanere un ospedale”, avviata in Alta Val Tidone, domenica 3 dicembre è arrivata a Castel San Giovanni.
L’iniziativa, secondo i promotori, si “incentra soprattutto sulle rassicurazioni che nei giorni scorsi il sindaco di Castel San Giovanni, Lucia Fontana, ha rilasciato per dimostrare che non devono esserci preoccupazioni per il futuro dell’ospedale. In realtà – si legge ancora nella nota dei promotori – proprio queste sue dichiarazioni dimostrano le incertezze e le criticità da noi denunciate con la petizione”.

IL COMUNICATO STAMPA

La petizione:

Castel San Giovanni deve rimanere un ospedale
Preoccupa e non convince il ridimensionamento della risposta ospedaliera in Val Tidone. La decisione di spostare su Fiorenzuola la riabilitazione ortopedica è l’ennesima dimostrazione. Da almeno due anni vediamo ridimensionati diversi reparti (medicina, cardiologia, anestesia e rianimazione), e lo sesso Pronto Soccorso ridotto a Punto di Primo intervento (per codici bianchi e verdi) aperto solo 12 ore. La conseguenza è che sempre più interventi, anche diagnostici sono ormai spostati sull’ospedale del capoluogo e sul privato convenzionato, con ricadute significative sulla popolazione (soprattutto quella residente nelle aree periferiche) con sempre più lunghe liste di attesa e scomodi spostamenti. Si fa così sempre più chiaro quello che era l’obiettivo del piano sociosanitario votato dai sindaci nel 2017. Riduzione della rete ospedaliera ad un unico ospedale (quello del capoluogo). Nel corso dell’ultima Commissione Socio Sanitaria (CSST) del 14 settembre, la direzione di Ausl è stata chiarissima, affermando che non ci sarebbe più stato un pronto soccorso a Castello perché Castello non è più un ospedale ma un ”Presidio di prossimità”. Più nel dettaglio ciò prevede la riorganizzazione degli spazi per realizzare un reparto per brevi degenze (20 posti letto per prendere in carico anche pazienti dimessi da Piacenza) ed un OsCo (Ospedale di Comunità, con 24 posti letto per lunghe degenze e cronicità), a gestione prevalentemente infermieristica Interventi questi da realizzare utilizzando i 4 milioni di euro precedentemente stanziati per la realizzazione del tanto promesso nuovo Pronto Soccorso. Invece del Pronto Soccorso avremo così anche la sostituzione del Punto di primo intervento (PPI) H12 con un CAU (centro di emergenza urgenza per codici bianchi e verdi) che come prevede il protocollo regionale, sarà in carico alla guardia medica con la presenza dei medici di medicina generale (MMG) che garantiranno una turnazione (remunerata extra convenzione) a scapito delle ore di presenza nei loro ambulatori sul territorio. Da questa situazione emerge un pesante ridimensionamento dell’accesso alle cure e della risposta ospedaliera per i cittadini della Val Tidone che sempre più dovranno accedere alle strutture del capoluogo (pubbliche e convenzionate) per i ricoveri, visite ed esami. Forte è la preoccupazione e la richiesta di rivedere le scelte organizzative fatte da Ausl perchè sia garantito in valle il rispetto del diritto costituzionale alla presa in cura, garantendo la continuità di accesso alle varie specializzazioni in carico ad una struttura ospedaliera.. Per questi motivi chiediamo che i Sindaci della Val Tidone si attivino per chiedere un confronto pubblico tra Ausl e popolazione della valle (nei diversi comuni) perché siano ascoltati e riconosciuti quei i bisogni che le decisioni di Ausl stanno mettendo in discussione.

 

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