L’E3 chiude i battenti: è la fine di un’epoca?

Di Andrea Peroni 04 Aprile 2023 04:05

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Per un appassionato, un grande appassionato di videogiochi, l’E3 di Los Angeles è sempre stato un appuntamento imperdibile. Un terreno di battaglia unico, un gargantuesco evento che capace di coinvolgere (quasi) tutti i big dell’industria dell’intrattenimento, un momento di unione e di stupore che raccontava il videogioco di ieri, oggi e domani. Una grandiosa kermesse, destinata purtroppo a diventare un ricordo.

Non si può dire che Reedpop, l’agenzia incaricata di organizzare la fiera di quest’anno, non ci abbia provato, ma la realtà dei fatti è che gli sforzi non sono bastati. Come i Bravi su quel ramo del lago di Como, anche l’Esa ha spento tutte le ultime, flebili speranze: l’E3 2023 non s’ha da fare. O meglio, non si può fare. Perché tutti i big dell’industria, chi per un motivo, chi per l’altro, si sono defilate da quella che fino a un lustro fa era un punto di riferimento unico per il settore, e che oggi è invece visto come un peso e poco più.

I segnali in tal senso erano evidenti da tempo. Sin da gennaio, voci di corridoio segnalavano che Microsoft (e quindi anche Bethesda) e Nintendo avessero deciso di non presenziare all’E3 2023, decidendo di concentrarsi su eventi privati o, come nel caso della grande N, di non avere particolari motivi per prendere parte alla fiera – è ampiamente probabile che Nintendo stia preparando un grande evento a fine anno per presentare la sua prossima console da gaming. Le voci sono state confermate dai diretti interessati nelle settimane successive, mentre il terzo grande publisher, Sony PlayStation, si è defilato da anni: l’azienda nipponica non partecipa all’E3 da molto tempo, e anche quest’anno non avrebbe cambiato i suoi piani.

 

Avrebbe, appunto, perché negli scorsi giorni il sogno dell’E3 2023 è definitivamente naufragato. Con le già pesanti defezioni segnalate, e l’assenza praticamente certa (ma mai annunciata ufficialmente) da parte di Electronic Arts, Square Enix e Activision, il colpo di grazia è arrivato la scorsa settimana con il comunicato di Ubisoft. Il colosso francese, ultimo baluardo della strenue resistenza dell’E3, ha informato il proprio pubblico di non aspettarsi una conferenza come parte della fiera americana – conferenza che comunque si terrà il 12 giugno come evento privato, l’ormai classico Ubisoft Forward che avrà come papabili protagonisti Avatar: Frontiers of Pandora, Skull and Bones, e The Crew Motorfest.

L’ultimo uovo si è frantumato, la frittata è fatta, e l’unica mossa possibile da parte dell’Esa non poteva essere altra se non quella di cancellare l’E3 2023. Troppi addii, troppi problemi e assenze, per una fiera che non riesce più a ottenere quello status symbol di riferimento nell’industria videoludica che manteneva fino a prima della pandemia. E stavolta, per evitare ulteriori figuracce – anche l’edizione del 2022 venne cancellata per le stesse motivazioni – l’Esa non prova neppure a fornire un briciolo di speranza agli appassionati, lasciando intendere che anche la strada per l’ipotetico E3 2024 è talmente ripida da essere quasi un muro invalicabile.

Stanley Pierre-Louis, presidente dell’Entertainment Software Association, ha spiegato a Games Industry che le sfide incontrate dagli organizzatori per E3 2023 sono state troppo grandi da sopportare, e ha poi deciso di non fare promesse circa l’edizione del prossimo anno in quanto “si tratta di trovare il tono giusto per le esigenze che si stanno evolvendo”. E come dar torto al buon Pierre-Louis: con lo scoppio della pandemia, tutti i publisher del settore videoludico hanno cambiato il loro modo di approcciarsi al pubblico e parlare con i giocatori.

 

A emergere (ed esultare), in tutto questo, è stato Geoff Keighley, organizzatore dei Game Awards e ora responsabile del sempre più grande Summer Game Fest. La vetrina, un tempo digitale e ora anche fisica, in poche parole ha sostituito l’E3, perlomeno nella forma. Non certo nella sostanza.

L’E3 è ormai, purtroppo, un lontano ricordo, e l’impressione generale è che la kermesse più attesa di ogni anno dagli appassionati di tutto il mondo abbia tirato le cuoia, incapace di restare al passo coi tempi e, soprattutto, colpita quanto più duramente possibile dalla pandemia Covid-19. Ciò che si lascia dietro di sé, dopo tutto questo tempo, sono ricordi indelebili per i giocatori: dall’annuncio del sorprendente prezzo della prima PlayStation al reveal di Half Life 2, dalla presentazione di Nintendo 3DS al roboante annuncio di giochi come God of War e Final Fantasy 7 Remake. Sogni di una notte di (quasi) mezza estate, che, forse, non torneranno più.

 

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