Visit Emilia, il sindaco: “Sì a Fornasari”. Minoranza: “Fiazza scaricato dal Pd”

16 Ottobre 2023 17:54

“L’assessore Simone Fornasari sarà proposto alla presidenza di Destinazione Turistica Emilia”. Lo ha annunciato il sindaco di Piacenza Katia Tarasconi nel consiglio comunale di oggi, confermando le indiscrezioni riportate da Liberta.it nei giorni scorsi: la vicina indicazione dell’assessore al commercio e al marketing territoriale Fornasari alla guida dell’ente pubblico istituito dalla Regione Emilia-Romagna, e non il suo “collega” Christian Fiazza, che detiene la delega al turismo, insieme a cultura, biblioteche e rapporti con il consiglio comunale. Eppure si tratta dell’incarico che per antonomasia ricopre chi ha la delega al turismo, quantomeno così è valso per i due predecessori indicati da Reggio Emilia e Parma. Una scelta dunque che, a detta dell’opposizione di centrodestra, balza all’occhio come secondo ridimensionamento per Fiazza, dopo la recente decisione del sindaco Tarasconi di revocargli il marketing per affidarlo proprio a Fornasari.

L’affondo lo ha sferrato il consigliere di minoranza Jonathan Papamarenghi (civica Barbieri-Liberi): “Il Pd ha scaricato l’assessore Fiazza, ma chi svolge il proprio ruolo andrebbe sempre sostenuto”. Un tentativo di difesa, però, è arrivato dal capogruppo dem Andrea Fossati: “È una polemica forzata. Si è parlato di due assessori che già lavorano in modo sinergico”. Il tema è stato sollevato per primo da Massimo Trespidi (civica Barbieri-Liberi): “Ben venga l’impegno di Fiazza, che però non è sufficiente a garantirgli l’indicazione dell’amministrazione Tarasconi come prossimo presidente di Destinazione Turistica Emilia. Fiazza e Fornasari, tra l’altro, sono entrambi iscritti al Pd, si tratta quindi di una guerra interna al principale partito della maggioranza?”. Osservazione rimarcata da Luca Zandonella (Lega). Tiziana Albasi (Pd) ha puntualizzato che “anche Fornasari è un tesserato del Pd”, compiendo – a detta della minoranza – uno scivolone che attesterebbe la scarsa difesa del partito verso l’assessore Fiazza. In un secondo intervento, Albasi ha sottolineato che non era quello il suo scopo. Nessuna tensione secondo Claudia Gnocchi (Per Piacenza), intervenuta dai banchi del centrosinistra: “Si è parlato di un’ipotesi, le capacità di Fiazza sono evidenti, nella nostra giunta non ci sono rivalità”.

Il dibattito sul retroscena politico è emerso durante la discussione sull’adesione della mostra “I Fasti di Elisabetta Farnese” – in programma dal 1° dicembre – alla piattaforma ministeriale dell’Art Bonus, che permette di raccogliere erogazioni liberali da parte di sponsor privati, in primis i contributi di 60mila euro della Banca di Piacenza, 20mila euro di Confindustria e 5mila euro di Valcolatte. “Riusciremo a riportare a casa 14 dei 19 Fasti farnesiani che si trovano in varie parti d’Italia – ha spiegato l’assessore alla cultura Fiazza -. Le opere saranno esposte nella cappella ducale di palazzo Farnese”. L’evento, che ha un costo complessivo di 345mila euro (di cui 150mila euro stanziati dal Comune), si pone l’ambizioso compito di riunire per la prima volta a Piacenza i quadri commissionati intorno al 1714 a Ilario Spolverini. “Una parte della mostra si svolgerà con modalità immersive. All’interno dell’iniziativa – ha aggiunto Fiazza – promuoveremo in modo gratuito oltre 30 appuntamenti collaterali, nelle sale del Farnese, sotto l’insegna del cosiddetto Inverno Farnesiano. Abbiamo anche recuperato e riproporremo il menù della cena del matrimonio di Elisabetta Farnese”.

Per Stefano Perrucci del Pd “è una manifestazione caratterizzata da coraggio e lungimiranza”. Ma Patrizia Barbieri, capogruppo della civica di centrodestra, ha incalzato: “Perché diversi componenti iniziali del comitato scientifico hanno fatto un passo indietro?”. Salvatore Scafuto (Pd) ha fatto un plauso all’organizzazione della mostra, puntualizzando che “quando qualcun altro governerà, potrà fare le sue scelte”.

“FRAMMENTI” DI CASERMA AL COMUNE – Via libera unanime del consiglio comunale, inoltre, all’acquisizione di due piccole parti di pertinenza della caserma Lusignani di Sant’Antonio. L’intera struttura militare , per il momento, se la tiene stretta il ministero della Difesa. Al Comune passano solo due “strisce” esterne al muro di cinta, aree marginali di terreno “ricadenti sul sedime di via Tedaldi e via Emilia Pavese”. Così non sarà più dovuta, da parte dell’ente locale all’Agenzia del Demanio, la relativa indennità di occupazione, dato che si tratta già di porzioni di strade pubbliche.

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