Faccia a faccia tra Fiazza e Papamarenghi. “In futuro mostre su Caffi e Morazzone”

19 Gennaio 2024 23:00

Il cuore pulsante della cultura è stato al centro dell’attesa puntata di “Nel mirino”, dove al tavolo dello Spazio Rotative si sono seduti faccia a faccia Christian Fiazza, assessore alla cultura della giunta Tarasconi, e Jonathan Papamarenghi, che ha ricoperto lo stesso ruolo durante la passata amministrazione targata Barbieri e oggi consigliere di minoranza. Una sorta di sfida, pur conservando l’aplomb di stampo britannico dei due contendenti, che ha fatto eco alle scaramucce già viste in consiglio comunale e sui social.

Incalzati dalla conduttrice Nicoletta Bracchi, direttrice di Telelibertà e liberta.it, e dal giornalista Thomas Trenchi, su diversi temi, fra i quali il prestito del “Ritratto di signora” di Klimt al Forte di Bard e l’andamento del turismo a Piacenza, Fiazza e Papamarenghi hanno espresso convinzioni opposte. Riguardo al prestito del “Ritratto di signora”, Fiazza ha affermato che “il Klimt è il nostro brand, dove va porta grande successo”. “Non a Piacenza però” gli ribatte Papamarenghi, che ha ricordato come “in un mese il quadro abbia attirato a Bard 11mila visitatori, 8mila nei dieci mesi alla Ricci Oddi, 19mila al mese durante la mostra del 2022”. Fiazza, come risposta, ha evidenziato “i 50mila euro che grazie al prestito giungeranno a Piacenza e saranno investiti proprio per la galleria”.

Differenti vedute anche sul turismo. “In città è cresciuto” dice l’attuale assessore. “Siamo riusciti a riaprire la salita al Pordenone abbinata a quella del Guercino ed è stato un grande successo. Piacenza sta acquisendo la consapevolezza di quanto è in grado di offrire”.
Sul punto, però, Papamarenghi fa notare che “da agosto a fine 2023 i pernottamenti sono diminuiti”. “Sono dati trasmessi dalla Regione Emilia Romagna – dice – che confermano uno sforzo non adeguato per sostenere il settore: -0.3% ad agosto, -0.6% a ottobre e così via”.

Allo Spazio Rotative erano presenti anche Mario Magnelli, vicepresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, e Antonio Iommelli, direttore dei Musei civici di Palazzo Farnese. “Il nostro obiettivo – spiega quest’ultimo – è in primo luogo la valorizzazione delle collezioni, per questo ho programmato con gli uffici tutto il calendario fino al 2026”. Un calendario, spiega, che fra i suoi nomi proporrà quello di Margherita Caffi, pittrice che arriva a Piacenza da Cremona, e il Morazzone, morto nella nostra città nel 1626.

Insieme ad Antonella Gigli, Iommelli è curatore della mostra “I Fasti di Elisabetta Farnese. Ritratto di una Regina”, che terminerà il 7 aprile. “Sono soddisfatto perché la gente mi ferma e chiede di Elisabetta Farnese. Le visite guidate che svolgo di persona sono sold-out fino ad aprile” afferma il direttore.

Del ruolo della Fondazione e del movimento culturale piacentino ha parlato Magnelli: “Sotto questo profilo la città è cresciuta tantissimo, soprattutto negli ultimi anni. Ha compreso come la cultura sia un bisogno primario e la sua assenza provochi sofferenza nelle persone”. Magnelli giudica poi “formidabile” la fruizione congiunta delle due salite, quella agli affreschi del Pordenone e quella al Guercino, perché “la gente vuole portare a casa un’emozione”. Da qui il ruolo giocato dalla fondazione. “La Fondazione di Piacenza e Vigevano ha natura sussidiaria, questo non significa fare da bancomat, bensì condividere ed esaltare le competenze di ciascuno, così come avvenuto con la prima edizione del Festival del pensare contemporaneo. Quel festival ha riportato in città, dopo anni, un’iniziativa che lancia Piacenza nel novero di chi fa della cultura uno strumento di promozione territoriale”.

La puntata è disponibile “on demand” nella sezione “Tv live” del sito Liberta.it.

 

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