Nuova metro leggera, dialogo Comune-ministero per linea da Sant’Antonio alla stazione

11 Marzo 2024 19:03

Non penalizzare una parte di città con la futura “metro leggera” di Piacenza. Con questo obiettivo l’amministrazione Tarasconi ha avviato un confronto con il governo nazionale, che finanzia la maxi-opera per 26 milioni di euro, per ampliare il tracciato (ad oggi ipotizzato perlopiù verso est e sud, e non ad ovest): “Abbiamo individuato con il ministero delle Infrastrutture la possibilità di integrare il progetto con uno studio di fattibilità per un analogo tratto da Sant’Antonio alla stazione in modo che questo asse diventi importante e sostitutivo dell’attuale linea metrobus sul tracciato est-ovest”. Lo ha spiegato oggi in consiglio comunale l’assessore ai lavori pubblici Matteo Bongiorni, illustrando il piano triennale delle opere pubbliche, “pacchetto” di cantieri dal valore di 40 milioni di euro nel 2024, 15,5 milioni nel 2025 e 6,2 milioni nel 2026.
Prende forma, infatti, il futuro collegamento di trasporto pubblico urbano non inquinante: linee riservate a pullman elettrici per collegare rapidamente i punti strategici della nostra città, in primis la stazione ferroviaria, il terminal dei bus, il polo universitario della Cattolica a San Lazzaro nonché il nuovo ospedale che sorgerà nell’area 5 alla Farnesiana.

Le opere pubbliche – Tra i principali interventi – comprensivi di finanziamenti regionali, statali ed europei – ecco il nuovo polo bibliotecario di viale Dante (1,2 milioni), la riqualificazione delle ex scuderie di Maria Luigia in piazza Cittadella (4,2 milioni), il primo stralcio della pista ciclabile di Mucinasso (1,5 milioni), il restauro della facciata e del cortile della biblioteca Passerini-Landi (6,6 milioni), la predisposizione per eventi dell’arena Daturi (500mila euro), la realizzazione del parcheggio in via Tirotti a disposizione di Piacenza Expo (300mila euro), l’installazione delle pensiline fotovoltaiche nel posteggio di viale Malta (1,4 milioni), la costruzione di una nuova palestra scolastica nel Laboratorio Pontieri (1,6 milioni), la bonifica dell’area ex Acna (circa 9 milioni), e non solo.

Polemiche su piazza Cittadella – Il piano triennale delle opere pubbliche ha innescato anche le proteste su un futuro cantiere che potrebbe interessare la città: il parcheggio interrato di piazza Cittadella, tuttora in attesa del deposito delle garanzie bancarie da parte del concessionario privato Gps per poi procedere alla consegna dell’area. “Il nostro gruppo ha chiesto di discutere proprio oggi una mozione su piazza Cittadella – ha detto la capogruppo di Fratelli d’Italia Sara Soresi – ma ancora una volta la maggioranza ha votato contro questa proposta, preferendo non parlarne. Ci avete detto che gufiamo contro il progetto, ma è la maggioranza a lavorare contro la pratica stessa” ha incalzato Soresi, estraendo sul banco – insieme alla collega Gloria Zanardi – alcuni gufi in formato pupazzo.
A protestare contro il progetto di piazza Cittadella è stato anche l’attivista piacentino Alberto Esse, che si è presentato tra il pubblico di palazzo Mercanti con la maglia “No al parcheggio” e ha interrotto la seduta chiedendo ad alta voce di poter intervenire: gli agenti di polizia locale lo hanno allontanato dall’aula.

Verso un nuovo trasporto pubblico – È stato inoltre approvato il protocollo di intesa per la costituzione di un unico gruppo a capo del trasporto pubblico locale tra la Regione e gli enti locali di Piacenza, Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. A dare il via libera è stato oggi il consiglio comunale, con 21 voti favorevoli (maggioranza e ApP) e dieci non partecipanti. Un primo passo verso questa prospettiva che coinvolgerà tutti i territori dell’Emilia-Romagna. “In Francia le aziende del trasporto pubblico sono quattro, invece in Italia sono 950 circa” ha affermato il vicesindaco Marco Perini, evidenziando così la necessità di “maggiore efficenza”. Dopo l’iter di fusione e incorporazione, “entro la durata di due anni – ha specificato Perini – il Comune di Piacenza si troverebbe a detenere una quota dello 0,9%”.

Attenzione però: “Bisognerà garantire una corretta distribuzione delle rappresentanze territoriali – ha detto Patrizia Barbieri, capogruppo della lista civica di centrodestra – nonché la tutela dei lavoratori”. Un punto condiviso da Luigi Rabuffi (ApP): “Occorrerà individuare i criteri di clausola sociale per salvaguardare i livelli occupazionali del personale”.
Dai banchi della maggioranza, una voce titubante è stata quella del consigliere Stefano Perrucci (Pd): “Non sono chiari alcuni aspetti riguardanti le competenze, con il rischio che ci siano molti vantaggi per la holding e pochi per i territori. La politica dovrà impegnarsi affinché i patti parasociali vengano definiti in maniera netta per non penalizzare Piacenza”. Angela Fugazza (Per Pc) ha aggiunto: “Il contesto del trasporto pubblico sarà più efficiente e competitivo, ma la fusione delle aziende aumenterà certamente la distanza tra l’utenza e il centro decisionale, una problematica comune a fronte di queste scelte che rispondono al mercato”. Alcune perplessità sono state sollevate anche da Stefano Cugini (ApP): il timore è che “il prezzo finale per gli utenti aumenterà e il contatto con la governance sarà più rigido, mentre il profitto delle aziende si moltiplicherà”.
L’esponente di minoranza Massimo Trespidi (civica Barbieri-Liberi) si è invece soffermato sul dato politico: “Se questa iniziativa fosse stata portata avanti da una giunta regionale di centrodestra, i sindacati starebbero ampiamente protestando”.

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