Raduno, 500mila euro di indotto. “Lavorato a macchia di leopardo”

22 Ottobre 2019 05:05

Due giorni di festa insieme agli alpini. Piacenza ha potuto riabbracciare le penne nere dopo l’Adunata del 2013 grazie al Raduno del Secondo Raggruppamento che ha portato in città gli alpini provenienti da Emilia Romagna e Lombardia.

A Piacenza nelle prime ore della mattinata di domenica 20 ottobre sono arrivati più di 200 pullman e quindi oltre 10mila persone, tante altre sono arrivate a Piacenza in treno e auto, alcune migliaia erano presenti dal sabato. In base ai dati forniti dalla questura, 40mila persone si sono riversate nella vie piacentine: gli alpini per sfilare, gli spettatori per applaudire.

Numeri ben diversi rispetto all’Adunata nazionale quando la città e la provincia furono invase da 400mila persone in arrivo da ogni angolo d’Italia e si fermarono circa tre giorni con un impatto economico di 120 milioni di euro in base a uno studio elaborato dall’Università Cattolica.
L’indotto previsto dall’Unione Commercianti per il Raduno di Raggruppamento era di circa 500mila euro. “E’ presto per tirare le somme – spiega Raffaele Chiappa, presidente dell’Unione Commercianti –; in base alle prime informazioni che abbiamo ricevuto, gli esercenti hanno lavorato a macchia di leopardo. Nelle aree in cui si sono svolte le manifestazioni baristi e ristoratori sono stati soddisfatti mentre c’è stata delusione da parte di chi si trovava in zone limitrofe non interessate direttamente dal Raduno”.
Durante la diretta di Telelibertà, il presidente del Collegio nazionale dei Revisori dei conti di Ana, il piacentino Roberto Migli, ha parlato di una spesa media compresa tra 7 e 10 euro a persona che, calcolando la presenza di 40mila visitatori nella giornata di domenica ammonterebbe a una somma tra 280mila e 400mila euro.

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