“Credevo di essere morto e ho pregato. Ci siamo salvati stringendoci la mano”

06 Febbraio 2020 09:42

“Credevo di essere morto. Sono musulmano, ho chiuso gli occhi e pregato”. Ha il terrore negli occhi un ragazzo extracomunitario poco più che ventenne che si trovava a bordo del treno deragliato stamattina, giovedì 6 febbraio, a Ospedaletto Lodigiano. Dal reparto di radiologia del pronto soccorso di Piacenza, dove è stato portato insieme ad altri due passeggeri con lievi contusioni, il giovane racconta i momenti di panico vissuti sul convoglio: “Non riesco a descrivere quel che è accaduto, non me ne rendo ancora conto. Il treno andava velocissimo, forse ai trecento chilometri all’ora. All’improvviso, poi, ho sentito una botta violenta. Un boato fortissimo. E’ inspiegabile”. Il ragazzo era seduto sulla seconda carrozza, vicino al finestrino, insieme a un amico: “Ci siamo stretti forte la mano per evitare di cadere. Il vagone si è ribaltato – ricorda con la voce tremolante – e noi, in attesa dei soccorsi, siamo usciti attraverso un buco per metterci in salvo. Per un quarto d’ora, purtroppo, siamo rimasti bloccati a bordo”.

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