A Piacenza l’8% degli studenti viene bocciato, il 20% insoddisfatto degli studi
06 Maggio 2021 11:53
Nel nostro territorio il 7-8 per cento degli studenti viene bocciato, un dato che si raddoppia (18 per cento) per gli alunni stranieri. E’ quanto emerge dall’indagine condotta nell’ambito del progetto “Stra.Te.G.I.A. – Strada Territorio Giovani In Azione”. L’evento finale si è svolto stamattina (6 maggio) nell’area esterna del liceo Respighi, con la presentazione dei risultati dell’iniziativa, la premiazione di alcuni studenti coinvolti, il dibattito dal titolo “Generazione ipermoderna: come aiutarla?” e una performance finale di pattinaggio. “Stra.Te.G.I.A.”, ideato dalla Provincia di Piacenza, è risultato sesto nella graduatoria nazionale – e primo tra tutti quelli presentati dagli enti provinciali dell’Emilia-Romagna – tra le 50 domande pervenute al bando promosso dal Dipartimento per le politiche giovanili della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Su quali punti bisogna alzare l’attenzione? “A Piacenza il 20 per cento degli studenti intervistati dichiara di non essere particolarmente contento del proprio percorso di studi – illustra il docente Pierpaolo Triani – il 40 per cento ritiene che l’orientamento in terza media non sia utile e almeno il 5 per cento ha cambiato liceo o istituto, un fattore di rischio da monitorare nell’ottica della dispersione scolastica”.
“I giovani ci danno nuovi stimoli – commenta il presidente della Provincia Patrizia Barbieri – e in questo periodo hanno la necessità di percepire l’entusiasmo degli adulti per le tematiche più attuali”. Concepito con l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica, il progetto – dal valore complessivo di 70mila euro – si è sviluppato grazie a dieci partner: Ufficio scolastico territoriale di Piacenza e Parma, I.C. Gandhi, Associazione La Ricerca Onlus, Associazione oratori piacentini, Cooperativa Sociale Eureka, L’Arco, Comune di Rottofreno, Comune di Castel San Giovanni, Unione Montana Valli Trebbia e Luretta, Unione dei Comuni Bassa Val Trebbia e Val Luretta.
“Da tempo le istituzioni locali lavorano per ridurre il fenomeno della dispersione scolastica – interviene il consigliere provinciale Valentina Stragliati, con delega alle politiche giovanili – nel nostro territorio, ad esempio, il tasso di ripetenza è pari al 7-8 per cento, mentre per gli alunni stranieri si raddoppia al 18 per cento. Per abbassare questa percentuale, seppur inferiore alla media nazionale, occorre un impegno costante e condiviso”.
IL COMUNICATO DELLA PROVINCIA DI PIACENZA
POPOLAZIONE DELLE SCUOLE SUPERIORI – Nel Piacentino, gli studenti iscritti alle scuole superiori sono 12.310, di cui 6.008 (il 48,8 per cento) ai licei, 4.249 (il 34, 5 per cento) agli istituti tecnici e 2.053 (il 16,7 per cento) a quelli professionali.
SODDISFAZIONE – In base all’indagine, il 78,4 per cento degli studenti intervistati è soddisfatto della percorso di studi intrapreso; l’1 per cento ha intenzione di lasciare la scuola per andare a lavorare, l’1,7 per cento risponde di non essere soddisfatto e di essere intenzionato a cambiare scuola, mentre il 18,8 per cento esprime la sua insoddisfazione dichiarando tuttavia di voler restare nello stesso istituto.
ORIENTAMENTO – Quattro studenti piacentini su dieci ritengono che l’orientamento ricevuto in terza media non sia utile. Un giudizio ritenuto severo dai promotori del report, che insistono sulla necessità di migliorare ulteriormente il percorso di accompagnamento verso le scuole superiori. “Un altro aspetto importante – proseguono i referenti dell’indagine locale – consiste nell’attenzione che gli studenti dichiarano di avere, nel momento della scelta di liceo o istituto, verso le proprie capacità. Si tratta di una strada da potenziare, dal momento che molti di loro dichiarano di prendere sul serio ciò che ritengono di saper fare meglio. È importante accrescere nella scuola quelle attività che permettano alle studentesse e agli studenti di mettersi alla prova, di sperimentare interessi nuovi, di capire le proprie attitudini. Oltre ai docenti, le ragazze e ragazzi coinvolti nell’indagine hanno dichiarato che nella loro scelta la famiglia ha un’incidenza abbastanza alta. Quest’aspetto apre a un’altra linea di lavoro, l’ultima che si intende sottolineare, riguardante l’importanza di lavorare in modo più capillare con le famiglie”.
IL SERVIZIO DI THOMAS TRENCHI
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