“Non è successo nulla…ma qualcosa è successo”. Un fatto e tanti dubbi 

24 Luglio 2023 07:25

Pubblichiamo la testimonianza-riflessione di una lettrice che riguarda il tema della sicurezza reale e percepita, nella nostra città.

“Non ci vedevamo da tempo e, passeggiando in centro storico, ci siamo raccontate quanto accaduto nelle rispettive vite negli ultimi mesi. Quando due amiche si ritrovano a parlare, il tempo non esiste. Così, a mezzanotte eravamo ancora in centro a Piacenza con le nostre mille storie. E, sentendoci libere e sicure nella nostra città, saremmo andate avanti parecchio ma, l’atmosfera tranquilla, rilassata e piacevole è cambiata nel momento in cui si è avvicinato un uomo piuttosto trasandato e probabilmente alterato da qualche sostanza. 

La scusa è una di quelle classiche.  “Avete da accendere?” chiede con la sigaretta in bocca. Alla nostra risposta: “No, noi non fumiamo” lo sconosciuto rimane colpito. Neanche avessimo rifiutato un principio di conversazione con Brad Pitt.

“Ma davvero non fumate, come mai?” prosegue. 

“Sicuramente in giro trovi qualcuno con un accendino. Noi non lo abbiamo” chiudo serafica. 

Lui se ne va, ma non è convinto . Dopo pochi passi è di nuovo da noi. 

Vuole parlarci di alcune sue fantasie sessuali. Nonostante il nostro disinteresse continua a parlare.

“Scusa, ma a me non interessa cosa piace a te” concludo spazientita. E visto che non si allontana lui, lo facciamo noi.

Mentre camminiamo guardandoci le spalle, notiamo l’uomo aggirarsi nei paraggi e poi nascondersi dietro ad alcune auto parcheggiate. Con quali intenzioni? Solo lui lo può sapere.  

Proseguiamo il nostro cammino con mille dubbi in un botta e risposta. 

“Chiamiamo le forze dell’ordine e diciamo che un uomo ci ha importunate?”  

“Ma cosa possono fare, alla fine non è successo nulla” 

“E se avesse avuto un coltello? 

“E se una fosse stata da sola? La sigaretta va bene, ma l’allusione sessuale anche no”. 

Conclusione della serata. Nessuna delle due se la sente di rientrare a casa da sola. Così, decidiamo di andare a casa mia, a poche centinaia di metri di distanza a recuperare l’auto. Accompagno a casa la mia amica, mi chiudo nell’abitacolo, aspetto che lei salga le scale e poi torno a casa mia. Un chilometro di strada che avrei fatto volentieri a piedi o in bicicletta come sempre. Ma quella sera la nostra libertà è stata condizionata.

Di fatto non è successo nulla, forse quell’uomo non era nemmeno un malintenzionato e dietro le auto si è seduto solo per riposarsi. Forse. Chissà. Ma se non fosse così? Ecco questa per me è la sintesi della percezione di insicurezza”. 

 

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