Giù gli ecomostri, Zandonella preme il bottone: “Demolisco con esplosivi in tutta Italia”

24 Agosto 2023 02:57

Studia il terreno, valuta i rischi e piazza l’esplosivo nei punti strategici. Poi il momento fatidico: preme il bottone rosso. Davanti ai suoi occhi, ex industrie, ponti, ecomostri, palazzi fatiscenti e ciminiere dismesse si sbriciolano in un attimo. Il suo lavoro è tanto adrenalinico quanto meticoloso: una carriera che Luca Zandonella Callegher, consigliere comunale della Lega ed ex assessore alla sicurezza, ha ereditato dal padre Beppe, scomparso nel 2019. Al di là della passione politica, per cui è conosciuto in città, anche come segretario provinciale del Carroccio, il 35enne – ingegnere ambientale con specializzazione nell’ambito minerario e titolare della società piacentina “Tecnomine” – svolge un’attività professionale che rappresenta una rarità a livello nazionale: la demolizione con esplosivi, dalla progettazione al disbrigo delle licenze di pubblica sicurezza, fino al brillamento delle cariche. “Nel nostro territorio – spiega Zandonella – non ci sono altre aziende specializzate, mentre in Italia siamo in quattro o cinque”.

Il prossimo incarico potrebbe essere delicato. “Nei giorni scorsi – racconta l’ingegnere – sono stato a Genova per effettuare un sopralluogo nell’area dove sarà costruita la nuova maxi diga finanziata dal Pnrr, con l’obiettivo di permettere al porto ligure di accogliere le navi più grosse. Occorre abbattere l’attuale diga. Siamo in lizza per questo intervento. Ho ipotizzato l’utilizzo di 260mila chili di dinamite per rimuovere l’intera infrastruttura, lunga circa 2,3 chilometri e immersa per tredici metri nell’acqua”.

Di esplosivi se ne intende: li maneggia da quando ha diciott’anni. “Appena compiuta la maggiore età – ricorda il piacentino – mio papà Beppe mi aveva iscritto all’esame da fochino, cioè la figura autorizzata a maneggiare gli esplosivi. Dal termine delle scuole superiori ho preso parte ai cantieri dell’azienda per inserire le cartucce di dinamite nei fori preparati dagli operai. Avevo dato una mano, ad esempio, nella demolizione dell’enorme diga di Beauregard in Val d’Aosta. Bisognava abbatterne solo una metà, lasciando nel frattempo operativa la parte sottostante dell’infrastruttura idrica”. Non un gioco da ragazzi, insomma. In questi anni “Tecnomine” – a partire dal fondatore Beppe Zandonella – ha fatto brillare anche diversi ecomostri, dettagli degradati del panorama urbano in tutta Italia: “Il più famoso è Punta Perotti a Bari, edificio della famiglia Matarrese, poi l’albergo fantasma a San Giuliano Milanese che avrebbe dovuto ospitare i tifosi dei mondiali di Italia ‘90, l’ex conceria Bocciardo a Genova, l’ex centrale Enel di Palermo e il Padiglione 20 della Fiera di Milano, quest’ultimo il fabbricato più grande mai demolito in Italia con l’esplosivo”.

L’INTERVISTA COMPLETA A CURA DI THOMAS TRENCHI:

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