Il ricordo di Giulia e di tutte le donne strappate alla vita nella via Crucis di Kabukista

25 Novembre 2023 16:28

È una via crucis. Solo che sulla croce c’è una donna. E la croce a volte è una macchina, a volte una pistola, a volte una finestra da cui una ragazza, una donna, una madre viene buttata. Persino una padella. La via crucis della compagnia Kabukista che si è svolta in piazza Duomo con la regia di Silvia Zacchini si rinnova quasi ogni giorno. Ogni volta in cui avviene un femminicidio.

Nella piazza si inizia e si finisce con un nome, Giulia: una di cognome fa – faceva – Tramontano, 29 anni, un bambino nella pancia che sarebbe nato fra due mesi se il fidanzato non l’avesse ammazzata la scorsa primavera. L’altra Giulia è quella di cui tutti parlano in questi giorni: Cecchettin di cognome, 22 anni, pochi giorni alla laurea e un ex che l’ha massacrata e buttata in un fosso per non far più trovare il corpo.

Sono le loro voci, insieme a quelle di tante altre – Anna, Gisella, Teresa, Martina, Alina, Giuseppina, Margherita, Antonia – a risuonare in piazza nell’iniziativa promossa da Comune e Coop Alleanza 3.0 insieme a Cgil, Cisl, Mondo aperto, Soroptimist, Cipm, Arcigay, Lotta contro l’emancipazione, Unità di strada, Nuovi Viaggiatori, L’Arco, La Ricerca, Associazione Arcangelo Di Maggio. A chiudere la performance è stata l’artista marocchina Kenya Benjelloun.

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