Domani in edicola con Libertà il calendario 2024 con le memorie di Gianluigi Colin

12 Dicembre 2023 12:05

 

E se il presente e il passato fossero davanti a noi? A volte hanno la forma di un libro o di un pigiamino da neonato, di un passo impresso sulla sabbia, di una conchiglia, di un paio di occhiali da sole. Sono piccoli giocattoli sentimentali che raccontano la storia di chi li conserva. Poi accade che un giorno i legittimi proprietari di questi oggetti decidano di condividerli con qualcuno che non è strettamente di famiglia. Lui si chiama Gianluigi Colin, un artista che dal 2001 ha girato Milano, Roma, Napoli, San Pietroburgo, New York e Buenos Aires con il suo progetto “Vie di Memoria”, approdato anche a Piacenza allo spazio Rotative di Libertà qualche mese fa.

Gli oggetti si trasformano con il linguaggio della copy art, diventano icone collettive, rivelazioni collegate non all’esperienza dei singoli ma della comunità. Le loro immagini, riviste dall’occhio di Colin, sono quelle pubblicate sul calendario 2024 di Libertà “Il tempo siamo noi” che i lettori troveranno in edicola, a partire da domani, mercoledì 13 dicembre, insieme al quotidiano. Dentro ogni mese c’è una storia: come quella di Valentina Zilocchi, che ha portato un libro, “La collina dei conigli” di Richard Adams, pubblicato nella pagina del mese di marzo con il titolo “I miei genitori mi hanno regalato i sogni”. Nella pagina di febbraio si vedono invece una tutina e una cuffietta da neonato: sono quelli di Michael, il figlio del compianto regista Giuseppe Piva e della sua compagna Alessandra Colpo. La foto si intitola “Il nostro futuro” ed è legata a un momento felice: la nascita di un bambino, la prima tutina da mettere all’uscita dall’ospedale per tornare a casa. Facciamo un balzo di qualche mese e arriviamo a giugno: ci sono un paio di occhiali scuri a ricordare la prima performance a Fiumalbo dell’artista Alberto Esse. Nella pagina di agosto domina invece una distesa di sabbia fine e grigia, sopra sono rimaste solo due piccole impronte di piedi di bambina. Celeste è il suo nome, è la nipote di Alessandro Miglioli, vicepresidente di Editoriale Libertà.

Alla base c’è un nuovo significato di memoria, quello che per lo scrittore Jorge Luis Borges era “un museo chimerico di forme incostanti”. “Il progetto non è altro che il censimento di questo universo di forme, ricostruito attraverso performance in numerose città fra cui Piacenza – spiega ancora Colin – foto, documenti, lettere, e altri piccoli frammenti della sfera affettiva sono trasformati, con il linguaggio della Copy art, da intimi simulacri di emozioni in altrettante nuove inaspettate icone. Ho elaborato memorie di persone sconosciute, oltre che di qualche amica e amico, con le quali ho potuto costruire insieme un nuovo archivio speciale, in cui si comprende come ogni storia personale si intreccia e dialoga con una storia più grande: quella del nostro tempo”.

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