Nel 2021 in Italia è quadruplicata la superficie divorata dagli incendi

11 Agosto 2021 06:00

In breve:

  • Nel 2021 in Italia 104mila ettari di territorio sono stati attraversati dalle fiamme, quattro volte la media dell’ultimo decennio
  • Rilevata una emissione di carbonio record nel mondo dall’inizio della serie storica nel 2003
  • “Il 57,4% degli incendi sono dolosi, il 13,7% colposi”, dichiara Roberto Cingolani, ministro della transizione ecologica

Il 2021 è (stato) un anno di incendi. Non perché negli scorsi anni non ve ne siano stati ma in quanto il 2021 potrebbe essere ricordato come quello in cui gli incendi hanno divorato la più grande superficie di terreno ed emesso la maggior quantità di carbonio dall’inizio delle rilevazioni del 2003. Italia e Grecia in Europa sono i Paesi più colpiti e i dati forniti dagli osservatori europei sono davvero preoccupanti.

L’anno peggiore per gli incendi dal 2003

Il mese di luglio 2021 è stato il peggiore per quanto riguarda gli incendi sin dall’inizio delle rilevazioni satellitari nel 2003. Lo sostiene Mark Parrington, uno degli scienziati del servizio di monitoraggio dell’atmosfera dell’Unione europea, Copernicus. “È evidente e anche di un buon margine, il rilascio di carbonio complessivo del mese di luglio quest’anno è il più alto dall’inizio delle rilevazioni nel 2003”, ha dichiarato al Guardian. Le aree più colpite sono diverse in tutto il mondo tra il Nord America, la Siberia, l’Africa e anche l’Europa mediterranea. Sempre secondo le rilevazioni di Copernicus, nel 2021 l’emissione di carbonio (legate agli incendi) è salita a quasi 350 milioni di tonnellate nel mondo, quando nel 2020 si sfioravano “soltanto” i 220 milioni di tonnellate. Stando ai dati Effis, il sistema informativo europeo per gli incendi forestali, tra il 2008 e il 2020 in media nell’Unione europea si registravano 165mila ettari di superficie attraversata dalle fiamme dopo la prima settimana di agosto. Nel 2021 questa cifra è salita a 329mila ettari, più di quella che si è registrata in media in un intero anno nel continente.

Italia e mediterraneo al centro delle fiamme

Diverse regioni dell’Italia meridionale sono state duramente colpite dagli incendi nel corso delle ultime settimane. Puglia, Calabria, Sicilia e Abruzzo, per citare i casi più eclatanti, hanno registrato pesantissime perdite per quanto riguarda lo stato dell’ambiente e del verde, che richiederanno decenni per rimarginarsi (millenni, nel caso dell’olivastro di Cuglieri).

Gli incendi che si sono registrati in Italia nel corso del 2021 sono stati decisamente più gravi rispetto alla media dell’ultimo decennio. Sempre Effis stima che nel 2021 gli incendi abbiano divorato una superficie quattro volte superiore la media, passando dai quasi 29mila ettari del periodo 2008-2020 ai 104mila ettari del 2021.

Gli incendi del 2021 si collocano sopra la media dell’ultimo decennio di diverse lunghezze, tuttavia non hanno ancora raggiunto l’anno peggiore dall’inizio delle rilevazioni Effis, ovvero il 2017. In quell’anno la superficie complessivamente divorata dalle fiamme superava i 140mila ettari. Bisogna tuttavia sottolineare come per il dato del 2021 manchino ancora oltre metà agosto e settembre, settimane in cui purtroppo il dato finora registrato rischia di aggravarsi.

Sarebbe inoltre limitativo non riportare anche il dato della vicina Grecia, altro Paese in cui gli incendi stanno segnando senza pietà la stagione estiva 2021. In questo caso la superficie attraversata dalle fiamme è quasi undici volte superiore alla media dell’ultimo decennio.

Nel 2020 incendi aumentati quasi di un quinto

Legambiente sottolinea come l’aumento del numero e della gravità degli incendi registrato nel 2021 non rappresenti una novità in Italia. Secondo le loro rilevazioni, infatti, nel 2020 il territorio nazionale bruciato a causa degli incendi sarebbe aumentato del 18,3% rispetto al 2019. Per fornire una misura più precisa, sarebbero stati percorsi dalle fiamme 62.623 ettari di superficie, con 4.233 reati accertati (l’8,1% in più rispetto al 2019). Già nel 2020 inoltre Legambiente rilevava un incremento degli eventi estremi, caratterizzati da una intensità superiore ai 10mila kW/m e con una velocità di propagazione superiore ai 3 km/h.

La maggior parte degli incendi sono dolosi

Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani è recentemente intervenuto alla Camera dei deputati per l’informativa sugli incendi. In quella occasione ha dichiarato che “Il 57,4% degli incendi sono dolosi, dove si vedono punti di innesco, e hanno effetti devastanti. Il 13,7% non è intenzionale, e quindi sono colposi per mancanza di cultura”. Insomma oltre il 70% degli incendi sarebbe responsabilità dell’uomo: “Meno del 2% degli incendi è di origine naturale. C’è un quadro abbastanza chiaro: negli incendi che stanno devastando non solo l’Italia ma anche la Grecia, per esempio, ci sono situazioni molto simili e sono senza alcun tipo di ambiguità colpa dei cambiamenti clima e di fenomeni antropici  il terreno è più secco e i venti sono più caldi, le scintille vengono trasportate in alto e appiccano direttamente la chioma; l’autocombustione non avviene da sola a 45 gradi ma a temperature più alte”.

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