“Mi prostituivo per sopravvivere ma sognavo un mondo migliore”

19 Gennaio 2015 17:41

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“La sua prima volta se la ricorda? No, l’ho cancellata dalla mente, quando stavo con un cliente pensavo solo a prendere i soldi e a uscire vivo da quella situazione”. Si fa chiamare Teofilo (amato da Dio) e racconta la sua storia senza mai un cedimento perché vuole che tutti capiscano che prostituirsi “fa schifo” ma dal tunnel si può uscire. Lui ha 41 anni, le sue origini sono brasiliane e rispecchiano il suo carattere giocoso, allegro e coinvolgente. Ha vissuto a Rio de Janeiro con la famiglia, il padre viaggiava molto per lavoro e lui sognava ad occhi aperti di potersi trasferire in un altro Paese. Poi un’amica gli ha parlato dell’Italia e Teofilo ha preso l’aereo per raggiungere Roma. Era il 22 febbraio del 2000, nella valigia tanti sogni, tante speranze che presto si sono infrante. Dopo aver lavorato in un ristorante arriva il periodo buio; senza un permesso di soggiorno, la fatica di arrivare alla fine del mese, la mancanza di un posto fisso dove vivere. In quella disperazione, Teofilo matura un’idea ancora più disperata: raggiungere Piacenza e lavorare sulla strada. E’ il 2006. “Grazie a Dio non mi è mai successo nulla di grave, ma una volta ho avuto molta paura, quando un cliente ha tirato fuori un coltello. Sulla strada non sai mai cosa ti può capitare”.

Tutti pensano che a prostituirsi si guadagni molto ma non è così – racconta Teofilo alle telecamere di Telelibertà – spesso gli uomini o donne che fanno questo mestiere, mandano i soldi a casa per aiutare le famiglie nei paesi d’origine”. Teofilo ha accettato di farsi intervistare, senza mostrare il volto, per aiutare quelle persone che ancora vendono il proprio corpo. Lui non lo fa più. E’ uscito dal giro e si sta rifacendo una vita grazie al progetto “Oltre la strada” del comune di Piacenza. “Ho trovato una nuova famiglia – ha detto il 41enne – sono stato accolto a braccia aperte ed è solo grazie alle persone che lavorano a questo progetto, se oggi sono un uomo diverso e ho una vita normale. Non smetterò mai di essere riconoscente. La mia esperienza di prostituzione è come un taglio sulla faccia, una cicatrice che ti porti addosso tutta la vita”.

Teofilo sta facendo tirocinio presso un bar della città ed è disposto a fare qualsiasi lavoro dignitoso. L’anno scorso ha aiutato la redazione di una nota trasmissione di Italia Uno nella realizzazione di un servizio d’inchiesta sulla prostituzione. Oggi guarda il mondo con occhi diversi e spera di realizzare il suo sogno nel cassetto, lavorare nel campo della moda. “E’ sempre stato il mio desiderio e non voglio rinunciare. Ai sogni non si rinuncia mai”.

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