Fatture false per 26 milioni, denunciati 5 piacentini

27 Luglio 2017 12:31

Un volume complessivo di affari di oltre 50 milioni di euro, 5 persone denunciate, 16 capi di imputazione, ricadute sul mercato economico locale e nazionale. Sono i numeri emersi dalla operazione “Gold Polymers”, condotta dalla Guardia di finanza di Piacenza in collaborazione con la Procura di Piacenza e illustrata nella mattina di giovedì 27 luglio, che ha permesso di scoprire e smantellare una  complessa frode “carosello” ideata e realizzata da un imprenditore piacentino.

Grazie all’acquisto in Serbia di materiale plastico senza versare l’Iva (agevolazione fiscale ottenuto con false dichiarazioni doganali), attraverso false fatturazioni sia in uscita (verso società cosiddette “cartiere”, cioè aziende giuridicamente esistenti e create con il solo scopo di movimentare documentazioni fiscali) e sia in entrata (provenienti da reali aziende compiacenti che emettevano false fatture con il solo scopo di abbattere il proprio utile), oltre al riciclaggio di capitali verso società slovene riconducibili all’imprenditore ideatore della frode, la società piacentina è riuscita in poco più di un anno e mezzo a evadere l’Iva per 2 milioni e mezzo di euro, a utilizzare fatture false relative a operazioni inesistenti per quasi 27 milioni di euro, a effettuare importazioni in contrabbando per 11 milioni di euro.

Cinque le persone denunciate, tutte piacentine: oltre al titolare della ditta, un uomo di 38 anni, anche altri 3 uomini e una donna, tutte titolari delle aziende “cartiere”.

I capi di imputazione, sedici in tutto, vanno dal contrabbando alla registrazione di fatture false per operazioni inesistenti, dal riciclaggio alla associazione a delinquere.

Le indagini, particolarmente complesse e partite nel marzo 2015, sono state condotte dalla Guardia di finanza in collaborazione con la polizia giudiziaria, e attraverso l’analisi delle documentazioni fiscali e l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali hanno permesso di ricostruire l’articolato meccanismo frodatorio.

“Emblematica – ha spiegato durante il sostituto procuratore Roberto Fontana che ha coordinato l’indagine – è la ricaduta che frodi come questa hanno sul tessuto economico: oltre a sottrarre proventi allo Stato creano anomalie di mercato, permettendo a queste società di collocarsi con prezzi estremamente concorrenziali, mettendo in difficoltà le società concorrenti che, agendo correttamente, non riescono a mantenere gli stessi livelli di competitività”.

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