Il Giappone che è in noi, miti di ieri e di oggi. Ornella Civardi ad Artshow

19 Novembre 2019 17:00

Puntata “giapponese” per Artshow che andrà in onda stasera su Telelibertà (ore 21, repliche domani alle 9.30 e alle 17.10). Ospite a Spazio Luzzati la iamatologa Ornella Civardi (il termine deriva da Yamato, nome di un’antica provincia giapponese passato a indicare il Giappone intero), traduttrice e presidente dell’Associazione Italo-Giapponese di Piacenza. Civardi, dialogando con la giornalista Patrizia Soffientini, presenta il libro “Giappone in 100 parole”, scritto da lei a quattro mani con Gavin Blair, corrispondente dal Giappone di France 24 TV, Radio France Internationale e BBC Radio e con illustrazioni dell’acquerellista giapponese Ayano Otani.

Il volume seleziona 100 parole della lingua giapponese che racchiudono i concetti fondanti della cultura tradizionale, ma anche gli aspetti più interessanti della società giapponese contemporanea. Alcune sono parole che tutti conoscono, già da molto tempo naturalizzate nell’italiano, come geisha, harakiri, samurai ecc., che però nascondono un universo di riti complessi e intriganti da indagare nel profondo. Altre sono voci proprie delle sottoculture giovanili, per esempio gyaru, che identifica la liceale in uniforme, con gonnellina a pieghe e calzettoni scesi, ormai entrata nell’immaginario erotico dell’uomo medio giapponese (e non solo). Oppure kawaii, che significa “carino”, ma un carino un po’ lezioso e infantile, cifra di una società iperprotettiva e infantilizzata, vittima di quello che è stato definito heiwa boke (rimbambimento da tempo di pace). Altre parole, infine, sono il coagulo di un’estetica antica, come wabi-sabi, che potremmo definire “la bellezza della transitorietà”, o shibari, la sofisticata tecnica erotica di bondage che ha tra i suoi cultori un artista del calibro di Araki Nobuyoshi.

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