Gilda degli insegnanti: “I candidati si prodighino per correggere il decreto 36/20”

16 Giugno 2022 16:00

“Ai candidati alla carica sindaco rivolgiamo l’invito a sensibilizzare i responsabili dei partiti che li sostengono affinché correggano il decreto 36/20 che dovrà essere approvato, pena la decadenza, entro il 29 giugno”.

E’ la richiesta avanzata dalla Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza a Patrizia Barbieri e Katia Tarasconi, candidate a sindaco che domenica 26 giugno si sfideranno nell’atteso ballottaggio.

“Contro le norme contenute nel decreto – si legge in una nota diffusa dalla Gilda – gli insegnanti italiani hanno scioperato in massa il 30 maggio, partecipazione che dovrebbe far riflettere le parti politiche che, anche a Parma e Piacenza, chiedono il voto a migliaia di docenti e alle loro famiglie. La Gilda degli insegnanti, tramite il proprio coordinatore Salvatore Pizzo, ricorda ancora una volta che si tratta di un provvedimento inaccettabile nel metodo e nel merito, umilia la categoria, il ministero dell’istruzione e il parlamento che viene esautorato delle sue funzioni istituzionali. Non c’è stata alcuna discussione, alcun confronto né con i sindacati rappresentativi, né in sede parlamentare, le norme relative alla scuola sono finite nel minestrone del Pnrr. Questo metodo deve indurre a una riflessione, perché non è concepibile che si calpestino così le regole della vita politica nel nostro Paese. Si vuole ulteriormente appesantire la procedura di reclutamento degli insegnanti: oltre alla laurea magistrale della durata di 5 anni, per ottenere l’abilitazione il legislatore prevede l’acquisizione di 60 Cfu, che impegnano un altro anno, a cui si aggiunge l’anno di prova rafforzato. Inoltre, si aumentano le incombenze dei docenti senza retribuirle e imponendo una formazione di Stato affidata a persone che non sono insegnanti, in contrasto con la libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione, ciò a fronte di aumenti stipendiali risibili non uguali per tutti, decisi discrezionalmente a livello locale e per giunta riservati solo ad alcuni. Il decreto prevede anche un ulteriore taglio di circa 10mila cattedre. I partiti coinvolti se vogliono il voto dei docenti devono meritarlo”.

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