Nuovo ospedale, vertici Ausl in consiglio: “Pronto entro sette anni”. Il dibattito

19 Luglio 2023 15:52

Il progetto di fattibilità del nuovo ospedale di Piacenza è approdato oggi in consiglio comunale: si tratta dello studio elaborato dalla società alla Policreo di Parma che approfondisce la realizzazione del polichirurgico a “Podere Cascine”, ormai nota come area 5. È il terreno che, da un anno circa, da quando a Palazzo Mercanti è in sella la giunta Tarasconi, viene preferito rispetto all’area 6 della Farnesiana, quella su cui invece l’amministrazione Barbieri aveva puntato nel 2019. In aula, dati alla mano, i tecnici e i vertici dell’azienda sanitaria locale hanno spiegato perché è ritenuta adeguata.

“Sarà l’ospedale del futuro, in grado di far lavorare meglio i nostri professionisti e garantire la sicurezza dei pazienti” ha premesso la direttrice generale dell’Ausl di Piacenza Paola Bardasi, citando alcuni pilastri fondamentali: la “separazione dei flussi di utenti infetti e sani” e la “sostenibilità attraverso materiali che preservano l’ambiente”. L’area ospedaliera si estenderà su 117mila metri quadrati, su sei piani di cui uno interrato con 498 posti letto più 87 espandibili. “La flessibilità – ha aggiunto Bardasi – sarà essenziale per passare dalle attività intensive fino alla lungodegenza senza interventi strutturali”, in modo da convertire gli spazi in breve tempo.

Bardasi ha comunicato il cronoprogramma dell’opera: “Il nuovo ospedale di Piacenza sarà pronto entro sette anni e cinque mesi a partire da oggi”. E il costo totale, a fronte degli aumenti dovuti alle materie prime, sarà di 309 milioni di euro: “Entro la fine dell’anno la Regione varerà la settima fase che dà la certezza del finanziamento”.

Spazio, poi, all’analisi tecnica di Sergio Beccarelli, architetto della società Policreo: “Il nuovo progetto è l’evoluzione di quello precedente. Molte caratteristiche sono rimaste le stesse, quello che cambia è il contesto, completamente differente. Abbiamo adottato un approccio di approfondimento su tutti gli aspetti programmatici della sanità. L’edilizia dei reparti operatori asseconderà la complessità tecnologica”. Va ricordato che l’area 5 si trova a nord della tangenziale Sud, tra strada Farnesiana e via Bubba. La superficie totale è di 210mila metri quadrati. Il 90% dell’appezzamento è di proprietà dell’Opera Pia Alberoni che da anni l’affitta all’azienda agricola “Podere Cascine” (da qui il nome del terreno) che a sua volta la coltiva. E non si esclude di mantenere proprio l’attuale cascina, senza demolirla, perché è “un’opportunità per richiamare l’origine rurale del luogo” ha puntualizzato Beccarelli.

RISTORANTE E MARKET – Il rischio idraulico – tema di dibattito anche per la precedente area 6 – “è molto basso” ed “è legato all’attività irrigua”. L’architetto, inoltre, si è soffermato sulla futura presenza di “servizi di ristorazione e un supermercato”, dato che “le persone trascorrono molte ore in ospedale, tra la casa e il lavoro, e potranno così beneficiare di un punto commerciale”. Ci saranno pure un centro per anziani e un asilo. A sud dell’area 5 ecco “un sistema di verde che creerà una connessione ciclopedonale con la struttura sanitaria”.

QUALE FUTURO PER L’EX OSPEDALE? – Bardasi ha annunciato che “la Regione Emilia-Romagna sta valutando una gestione centralizzata per la valorizzazione dell’ospedale di via Taverna che sarà dismesso insieme a quelli di Carpi e Cesena, costituendo una sorta di fondo per le tre aree d’intesa con i territori per rendere gli ex fabbricati un patrimonio disponibile”.

La seduta ha visto la partecipazione di un folto pubblico, compresi i sindacati, il comitato “Salviamospedale” contro la realizzazione di un nuovo polichirurgico e il gruppo di residenti contrario alla scelta dell’area 5. Anche la sala Cappelletti, vicina all’emiciclo di palazzo Mercanti, è stata aperta per accogliere i cittadini.

IL DIBATTITO – L’ex sindaco Patrizia Barbieri, capogruppo della civica di centrodestra, ha affondato il colpo contro la giunta Tarasconi: “Il consiglio di oggi è imbarazzante, il cambio dell’area è una pura scelta politica che fa perdere tempo, senza esigenze di interesse collettivo. Con il nuovo ospedale nell’area 5 si porterà il traffico dentro la città”. Anche Sara Soresi (FdI) ha puntato il dito contro “le ripercussioni viabilistiche che si verificheranno in strada Farnesiana in seguito alla scelta dell’area 5, con circa cinquemila passaggi di mezzi verso l’ospedale che si sommeranno al traffico del quartiere”. Difficoltà viabilistiche che, secondo Luca Zandonella (Lega), “si abbatteranno anche sugli utenti che devono accedere al presidio sanitario”.

Dai banchi della maggioranza, Matteo Anelli (Pc Coraggiosa) ha replicato che “questa zona è inserita meglio nel contesto urbano”. Caterina Pagani (Pc Oltre): “Sarà il migliore ospedale possibile, con la consapevolezza che la precedente area 6 avrebbe vanificato la necessità di ridurre il consumo di suolo”. Claudia Gnocchi, capogruppo della civica di centrosinistra Per Piacenza, ha ribadito la “certezza dell’opportunità di una nuova struttura ospedaliera” e ha motivato la decisione di “non tenere più in considerazione l’area 6 esterna alla tangenziale, ma l’area 5 che evita un’ulteriore cementificazione oltre il perimetro cittadino. Capisco le preoccupazioni legate alla viabilità – ha proseguito Gnocchi – e condivido l’esigenza di ascoltare la popolazione che vive a ridosso della zona di costruzione del futuro polichirurgico”.

L’esponente di minoranza Stefano Cugini (ApP) ha incalzato l’Ausl: “Qui si fa politica e chi ne esce male oggi è l’azienda sanitaria, perché con l’amministrazione Barbieri andava bene l’area 6 e oggi c’è l’ok per l’area 5, posizione che condivido. Però mi lascia perplesso – ha sottolineato Cugini – la prospettiva dell’assenza dell’elisoccorso nel nuovo ospedale”.

Nel “ping pong” di opinioni tra centrodestra e centrosinistra, area 6 o 5, il capogruppo dem Andrea Fossati ha rivendicato “una scelta di campo” perché “gli elettori ci hanno votato costruire il nuovo ospedale all’interno della tangenziale così da non consumare ulteriore suolo agricolo e non espandere lo sviluppo della città oltre il perimetro urbano”. Jonathan Papamarenghi (civica Barbieri-Liberi) ha accusato la maggioranza di “nascondersi dietro i tecnici senza assumere una scelta politica, peccato che gli stessi tecnici abbiano dato parere opposto a noi un anno e mezzo fa. Il nuovo insediamento sorgerà vicino alla tangenziale con una pressione acustica su diversi residenti, a differenza dell’area 5 che si trova vicina al carcere”.

LA REPLICA DI POLICREO – L’architetto Beccarelli ha preso dunque la parola per difendere l’operato della società Policreo: “Non rinnego il progetto dell’area 6, che aveva una configurazione di grande qualità e permetteva di instaurare un’importante relazione urbana con la casa circondariale, ma al tempo stesso presentava alcune incongruenze come l’esigenza di rialzare la strada provinciale di vari metri per scongiurare il rischio idraulico. La nostra società non vuole orientare le scelte politiche, ma proporre un documento analitico basato su criteri oggettivi. Tanto che in entrambe le committenze, prima l’ex giunta Barbieri e ora l’attuale amministrazione Tarasconi, Policreo ha lavorato in assoluta libertà per arrivare a una valutazione indipendente. La qualità di questo studio è garantita da un approccio intellettuale libero”.

TARASCONI: “VISIONE DI CITTÀ” – Il sindaco Katia Tarasconi ha rimarcato che “l’area 5 è una scelta politica avvalorata da un giudizio tecnico. La nostra visione di città si basa sull’utilizzo dello spazio urbano interno alla tangenziale. Non mi sono mai permessa di chiamare tecnici per fare pressioni. Piacenza avrà il nuovo ospedale il prima possibile”.

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