La crisi dell’edilizia pesa anche sugli enti religiosi: contributi ridotti a un terzo

24 Luglio 2014 12:05

La sede della Curia di Piacenza

La crisi dell’edilizia pesa anche sulle casse degli enti religiosi. Lo fa indirettamente, ma in maniera molto sensibile rispetto al passato. Alla Diocesi e alle organizzazioni che rappresentano le altre Confessioni, infatti, va il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria, che per legge devono essere destinati dal Comune ad enti religiosi per l’acquisizione di aree ed edifici per il servizio religioso, nonché ad interventi per la costruzione ed il ripristino di attrezzature. Il settore edile, però, soffre e Palazzo Mercanti ha visto un crollo di queste entrate, quindi anche la cifra per Curia e Testimoni di Geova (gli unici due soggetti ammessi al contributo) è stata ridotta di quasi un terzo rispetto al passato. Alla Diocesi di Piacenza e Bobbio, che aveva presentato fatture per lavori effettuati per 395mila euro, sono stati destinati poco meno di 53mila euro, mentre ai Testimoni di Geova poco più di novemila, a fronte di quasi 15mila richiesti.

Totale: 62mila euro complessivi, quelli riferiti al 2012 furono 152mila, quasi il triplo.

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