“No ai contasecondi sui semafori con telecamere”.
Ma il giallo diventa più lungo

14 Giugno 2023 02:48

No all’installazione dei “conta-secondi”, sì all’allungamento del giallo. È la risposta formale con cui l’amministrazione comunale di Piacenza frena la possibilità di posizionare questi dispositivi sui semafori provvisti di telecamere per le sanzioni al passaggio con il rosso. Una richiesta avanzata dal consigliere della Lega Luca Zandonella, che ha presentato un’interrogazione alla giunta. Il riscontro è stato netto: i “conta-secondi” non saranno collocati sugli impianti di controllo. “I dispositivi, per quanto concerne i semafori con rilevazione automatica delle infrazioni, sono previsti dalla normativa solo qualora il tempo del giallo sia minore di cinque secondi. A seguito di una valutazione tecnica da parte dei servizi comunali si è ritenuto opportuno alzare i tempi del giallo a tale limite – quindi dai programmati tre secondi a cinque secondi – per non sostenere maggiori spese, dato che non tutte le centraline sono adeguate, e soprattutto al fine di assicurare una maggiore garanzia all’utenza, dando tutto il tempo necessario di fermarsi” si legge nella motivazione messa nero su bianco dal sindaco Katia Tarasconi.

Lo scorso aprile, infatti, il Comune ha attivato sette semafori “intelligenti” che segnalano e sanzionano le auto che passano col rosso, in largo Morandi, via Martiri, Roncaglia, via Manfredi e viale Dante Alighieri. Da qui la richiesta del consigliere della Lega di installare i cosiddetti “conta-secondi” perché “nei pressi del semaforo può nascere il timore che stia per scattare il giallo, con eventuale frenata improvvisa e il rischio di incidenti”.

Zandonella è contrariato: “La motivazione addotta al diniego è quella di evitare maggiori spese, ma l’amministrazione comunale spende risorse pubbliche per telecamere che porteranno maggiori introiti – grazie appunto alle multe – però allo stesso tempo non investe in sistemi che possano aiutare la circolazione stradale”. Così il sindaco Tarasconi replica: “La tutela della sicurezza stradale è una priorità. Ritenere che il controllo ai semafori sia un metodo per fare cassa significa non avere a cuore la vita altrui”.

IL SERVIZIO DI THOMAS TRENCHI:

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