Cerignale piange il partigiano e la sua Teresa. Lui liberò Bobbio, lei era un “gigante”

19 Dicembre 2023 05:00

 

Teresa Carunti con il figlio, l’ex sindaco di Cerignale Massimo Castelli

Il messaggio sul telefonino dice così. «È morta la Teresa di Cerignale». Non c’è bisogno del cognome – Carunti – perché in montagna si nasce, si cresce e si muore come se fosse nato, cresciuto e morto il paese. E la Teresa del segreto dei pin fatti a mano al suo albergo del Pino era il profumo di Cerignale, a pochi metri di distanza dalla casa di un altro amico accompagnato al camposanto nelle ultime ore prima di lei.

Ora, anche se in quella casa resiste la sua Pierina (sono stati sposati 75 anni), senza il partigiano e cantoniere Giovanni Remuzzi, che ancora aveva voluto votare alle ultime comunali di maggio, è come se si fosse aperta una voragine nella terra.

Sono esempi di vita: Teresa, rimasta vedova giovanissima, si era rimboccata le maniche e ha cresciuto i suoi figli (tra cui l’ex sindaco di Cerignale Massimo Castelli). Era anche Cavaliere della Repubblica e non poteva essere altrimenti: lei era l’Albergo del Pino almeno dagli anni Cinquanta, dove non si insegnava solo il valore del “latte dolce fritto” o delle fagiolane, ma anche a guardare la vita negli occhi. Era stata lei – che quasi si aveva paura a intervistare, perché era un “gigante” in paese, la Teresa – a voler ampliare l’albergo, a realizzare venti nuove camere.

Remuzzi, sempre lucido e intelligente, era invece Croce al merito di guerra, la sua era la banda Salami. Disarmò Bobbio con altri 17 a piedi scalzi. Venne ferito alla coscia. Si buttò nei canali durante la messa di Natale per evitare i tedeschi. Quando si sposò riuscì a comprare solo una fede d’oro.La diede alla sua Pierina, ovviamente.

L’ARTICOLO DI ELISA MALACALZA SU LIBERTÀ

 

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