Abbate suona la carica: “Dobbiamo metterci la disperazione di chi è ultimo”

04 Marzo 2023 13:17

Domani alle 17.30 sul campo del Padova il Piacenza affronta l’ennesima partita fondamentale per la salvezza. I biancorossi sono ultimi nel Girone A di Serie C, a 9 giornate dalla fine della stagione regolare è fondamentale fare punti per arrivare almeno ai play out.
La squadra, affidata da 15 giorni a mister Matteo Abbate, è in ritiro a Villafranca di Verona da mercoledì. Da lì si collega in via telematica l’allenatore per la sua prima conferenza stampa.
“Il ritiro è stato scelto dalla società e condiviso da tutti per cercare di lavorare un po’ distanti dall’ambiente che si era creato, che negli ultimi periodi non è stato positivo. Si stava vivendo un clima troppo pesante, per non lasciare nulla di intentato abbiamo provato anche questa strada”.
Hai visto qualcosa di diverso in questi giorni?
“Sì, qualcosa sta cambiando sicuramente. È chiaro che in questo momento abbiamo bisogno che ognuno cerchi dentro di sé come invertire la rotta: se è andata così finora non è detto che debba continuare così. E in tal senso ho visti segnali in questo ritiro”.
Perché la scelta della difesa a tre?
“È il modulo che reputo adatto a questa squadra e a questi uomini”.
Per la gara di domani in forte dubbio l’influenzato Giorno, mentre Nava è acciaccato. “Se Giorno non ce la facesse – precisa Abbate – davanti alla difesa possono giocare sia Onisa, sia Chierico. Ma ci prenderemo tutto il tempo possibile per decidere la formazione”.
Attorno al Piace si è creato una sorta di rassegnazione, anche se la situazione non è ancora compromessa.
“Assolutamente no, ci sono ancora tanti punti in gioco. Ma sono stanco di sentire che la prossima partita sarà quella della svolta. Io penso che adesso è ora di prendere coscienza di quello che ci sta accadendo, mi sembra di percepire che non sia proprio così in tutto l’ambiente. Dobbiamo giocare da ultimi in classifica, capirlo il prima possibile e giocare con quello spirito è fondamentale. Voglio vedere un carattere diverso, è mancata la consapevolezza di essere in una situazione quasi disperata: corse e rincorse si fanno solo così, oppure se si è euforici e noi non lo siamo. Il tempo non c’è più, non ne abbiamo”.
I giocatori sono i principali responsabili di questa situazione?
“Ovviamente i calciatori hanno la loro quota di responsabilità, ma dobbiamo uscirne da squadra, tutti assieme, ognuno con le motivazioni individuali e di gruppo”.
Da ottimo ex difensore, hai lavorato sulle carenze difensive?
“Assolutamente sì, ma non è una problema solo individuale o di reparto. Deve migliorare l’atteggiamento di tutta la squadra”.
Sembri ancora più carico di quando hai accettato l’incarico: è per trasmettere l’energia che è mancata in questi mesi al gruppo?
“Io faccio il mio lavoro con serietà e intensità a prescindere dai risultati, per me esiste solo ragionare partita per partita, da preparare al meglio con voglia di fare bene. Dobbiamo sapere cosa fare in campo, impegnarci a farlo al meglio, secondo le mie e le nostre idee”.

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